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KARL MARX

La sociologia non predica il comunismo

di Phil Bartle

traduzione di Lorenzo Raimondi

Materiale per la formazione

via utilizza le opere e il pensiero di Marx per alcune analisi sociali e per capire cosa questo fosse.  Questa non è una di quelle osservazioni da inserire in una risposta d'esame, ma una nota per tutti quegli studenti perplessi sul contenuto della materia.

Quale contributo ha dato Marx alla sociologia?

Karl Marx non ha mai definito sé stesso un sociologo, ma ha influito immensamente sulla sociologia e sulle altre scienze sociali.

Fuori da quest' ambito è più conosciuto per i suoi scritti sul comunismo.

Marx disse che la classe lavoratrice avrebbe sconfitto quella dei proprietari, conquistando l'utopia di uno stato ridotto ai minimi termini e di un economia basata sul motto "Da ognuno secondo le proprie capacità a ognuno secondo i propri bisogni".

Il suo maggior contribuito al pensiero sociologico risiede principalmente nella prospettiva chiamata "Teoria del Conflitto", dove il cambiamento e l'organizzazione sociale poggiano sui conflitti interni alla società.

Marx non definì questa prospettiva, tantomeno ne coniò il nome.  Coloro che lo fecero attinsero comunque dalle sue opere.

Le sue idee sul cambiamento erano costruite sul pensiero di un filosofo, Hegel, che sviluppò il concetto di dialettica.

Questa nozione era basata sull'idea che ogni cosa cutodisce in sé i semi della propria distruzione, e che una nuova forma nascerebbe ogni volta da quelle stesse ceneri.

Alcune persone vi notano una certa somiglianza al mito greco-latino della Fenice, che volò troppo vicina al sole e bruciò, così come ai miti creazionisti degli Athapaskan delle Grandi Pianure del Nord America.

Marx fece sua questa idea di dialettica e la applicò alla società, affermando che le origini del mutamento erano tutte materialistiche, non basate su idee.

In altri termini ciò significa che queste appartengono alle dimensioni culturali della tecnilogia e dell'economia.

Come la tecnologia dell'uomo si è sviluppata dalla caccia all'agricoltura, fino ad arrivare alla rivoluzione industriale, i cambiamenti nella tecnologia hanno portato a mutamenti nell'organizzazione sociale, nel credo e nei valori.

Nell'era industriale il maggior conflitto risiedeva tra

  • gli operai (Marx li chiamava Proletari, dal Latino)che sopravvivevano vendendo il proprio lavoro, e

  • i proprietari delle fabbriche (che chiamava Borghesia, una parola con la stessa origine di borgo e burger), che avevano bisogno di manodopera per generare profitto.

La classe sfruttata agognava il cambiamento verso una maggiore uguaglianza, mentre la classe sfruttatrice opponeva resistenza.

Questo approccio viene definito materialismo dialettico.

Paradossalmente Marx predisse che una rivoulzione sarebbe scoppiata nelle società industrializzate, ma le uniche rivoluzioni comuniste della storia ebbero luogo in società agrarie e feudali come quella russa e cinese.

Un concetto importante dell'approccio conflittualista, dopo aver visto le dinamiche sociali come un prodotto della competizione sulle risorse, è che i detentori del potere (ricchezza) acquisiscono il diritto a perpetuare il sistema che li vede al vertice della piramide sociale.

Questa idea è stata applicata a qualsiasi livello, dalle dinamiche familiari a quelle delle organizzazioni sociali nazionali.

L'approccio conflittualista derivato dalle opere di Marx è stato preso in prestito e adattato a un gran numero di temi cari alla sociologia.

Anche se tedesco, Marx passò la maggior parte dei suoi anni scrivendo nella British Library di Londra.

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Ultimo aggiornamento: 2012.10.16


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