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DISCUSSIONE su GENERE e LINGUAGGIO

Interfacce sociologiche

moderatore: Phil Bartle, PhD

Tradotto da Alessandra Tuccari

Materiale per la formazione

Buonasera Dottor Bartle,   Ho una ricerca da fare e avrei bisogno del suo aiuto. Ho cercato informazioni sul suo sito ma non ho trovato niente.  La domanda è questa: "In che modo il linguaggio è collegato al genere?".  Ho scritto già qualcosa ma ho bisogno di aggiungere altre idee. Può aiutarmi per favore?   Grazie, Nemat

Ci sono molti casi in cui genere e linguaggio sono collegati in sociologia.

Quando i sociologi studiano il processo di socializzazione, non guardano solo al modo in cui l'organismo biologico, l'individuo, diventa umano (attraverso un processo di apprendimento), ma anche al modo in cui la società e la cultura si riproducono quando i loro promotori biologici - umani - muoiono.

L'ipotesi Sapir-Whorf suggerisce che, quando apprendiamo una lingua, si delinea il nostro senso della realtà.  Di conseguenza il concetto di ciò che è maschile e ciò che è femminile ci viene insegnato principalmente tramite il processo di apprendimento di una lingua.

Il linguaggio quindi permane all'interno di una cultura per molto tempo dopo la morte dei primi parlanti e i suoi mutamenti spesso rimangono molto indietro rispetto agli altri cambiamenti sociali.

Il termine "genere" (che indica la differenza sociale tra il maschile e il femminile) è preso in prestito dalla grammatica, ed è differente dal termine "sesso" (che indica invece la differenza biologica tra maschio e femmina).

La nostra cultura è permeata dal forte pregiudizio che questi due concetti rappresentino due poli opposti e che esistano solo due categorie.

Da un punto di vista biologico questo è falso.

Ci sono persone che hanno un cromosoma Y o X in più e non possono essere classificate né come uomini né come donne.  Esistono gemelli dizigotici i cui zigoti si sono fusi nell'utero, dando vita a unsingolo individuo; una catena di DNA si troverà in una parte del corpo (per esempio la pelle, i capelli e gli organi esterni) e un DNA differente si troverà in un'altra parte (per esempio gli organi interni).

Le differenze tra i nostri organi genitali sono davvero minime (quando sottoposti a un'attenta analisi) e persino la diversità tra le nostre caratteristiche sessuali secondarie è insignificante rispetto agli altri caratteri fisici che sono uguali tra uomini e donne in una percentuale maggiore del 99 per cento.

Usando appositi farmaci possiamo sviluppare specifiche caratteristiche secondarie negli individui, dando loro i caratteri del sesso opposto.

Il nostro linguaggio, invece, è costruito per mostrare queste minime differenze, maschili e femminili, come diametralmente opposte, e per suddividere in categorie le persone che, se non appartengono a una tipologia, sono automaticamente parte dell'altra.

Un'osservazione accurata del nostro modo di parlare indica che gli uomini e le donne usano dei sistemi tonali leggermenti differenti.

Il tono è usato in alcune lingue (cinese e Akan) per variare il vocabolario.

In inglese invece è utilizzato per dare diverse sfumature alla struttura formale delle frasi.

Gli uomini sono più predisposti a usare tre toni, mentre le donne tendono a usarne cinque nelle loro conversazioni quotidiane.

Si tratta di una differenza appresa: coloro che riescono a percepire i toni e che studiano e impararano a parlare una lingua sono infatti in grado di apprendere il sistema tonale alternativo.

L'inglese, a differenza di molte altre lingue, possiede due termini, "he" e "she" (lui e lei), ma non ha nessuna parola che identifichi entrambi.

Questa è una variabile culturale.

La mia seconda lingua, l'Akan Twi, possiede un termine, "no", che identifica contemporaneamente lui e lei.

In inglese non è possibile usare il termine "it" ("esso") perché è riservato a ciò che non è umano.

Quando scrivo in inglese, preferisco usare la parola "s/he" per aggirare il problema che si presenta quando il genere della persona è sconosciuto o indica sia l'uno sia l'altro.

L'amarico, la lingua principale in Etiopia, ha una forma femminile (anchi) e una maschile (anti) per indicare il pronome "tu".

Il tailandese (o siamese) possiede due forme differenti per dire "grazie": se il parlante è un uomo si usa "kop-kun-krap", se è una donna "kop-kun-kaa".

Inoltre, è possibile identificare molti elementi del nostro linguaggio che definiscono le caratteristiche femminili come di seconda scelta, inferiori o servili.

I pregiudizi di genere che apprendiamo nel momento in cui impariamo la nostra prima lingua sono spesso inconsci, ma sono basati su questo modo di esprimersi.

Oggi si tenta consapevolmente di rimuovere tali pregiudizi dalle nostre usanze linguistiche.

Agli uragani venivano attribuiti sempre dei nomi femminili, adesso invece sono definiti sia con nomi maschili che femminili (tuttavia la maggior parte delle navi ha ancora nomi femminili).

Un attento studio dell'uso del linguaggio però indica che abbiamo ancora molta strada da percorrere.  Phil

Caro Nemat,
Storicamente, in Europa si associava la tua professione di infermiere, Nemat, al sesso femminile.  Il forte concetto di cura e assistenza è sempre stato associato alle donne.  In molte società non occidentali, però, non è così.  Nel corso degli ultimi trent'anni si è tentato palesemente di raggiungere, nella professione d'infermiere, un equilibrio maggiore tra i due sessi.  Questo si relaziona direttamente con un cambiamento di attitudine nei confronti delle infermiere, spesso trattate alla stregua di donne di servizio, soprattutto da medici uomini; questi ultimi però trovano più difficile adesso insistere con questo atteggiamento, circondati come sono da un numero maggiore di infermieri uomini. Phil

Vedi le parole chiave Genere e Sesso.

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Ultimo aggiornamento: 2012.03.08


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