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VALUTAZIONE PARTECIPATA

Come guidare e stimolare la comunità all’auto analisi

di Phil Bartle, PhD

tradotto da Stefania Castelli


documento principale nel modulo

Come incoraggiare i membri a partecipare attivamente nel giudicare e valutare la loro comunità

Valutazione partecipata:

Una responsabilità importantissima del mobilitatore sociale è assicurare che i membri valutino obiettivamente e accuratamente la loro comunità, ne prendano in considerazione i vari problemi, e - pensando alla loro soluzione - tengano conto delle differenti priorità per la comunità stessa.

In mancanza di una valutazione collettiva e obiettiva, i vari membri della comunità avranno idee diverse riguardo a ciò che sia più o meno importante; molti di loro continueranno ad avere dei miti o a partire da presupposti inadeguati. Tutto questo contribuisce alla disunione, e impedisce ogni azione efficace e trasparente per aumentare l’autonomia e ridurre la povertà. Il mobilitatore sociale deve imparare le tecniche per incoraggiare e stimolare la partecipazione; deve anche insegnare ai membri della comunità le competenze necessarie per partecipare al giudizio e alla valutazione oltre che a comprendere i principi della partecipazione.

Quando, in uno stadio avanzato del ciclo di mobilitazione, predisporrete un progetto territoriale, dovrete determinare quale sia il problema prioritario da risolvere. A questo proposito è necessario che tutti i membri della comunità siano d’accordo sul fatto che questo abbia la massima importanza. In mancanza di un’unità organizzativa e di un’obiettiva valutazione da parte della comunità non ci sarà mai l’accordo riguardo al compito da eseguire per primo. Se la comunità non esercita una valutazione partecipata, le diverse fazioni sceglieranno differenti priorità.

Le persone colte prenderanno in considerazione problemi diversi rispetto alle persone poco istruite. Gli uomini ne vedranno altri, diversi da quelli percepiti dalle donne. I proprietari terrieri vedranno le cose diversamente dai loro fittavoli o dagli occupanti abusivi.

Le persone appartenenti a diverse fasce d’età, a differenti gruppi etnici, linguistici o religiosi non saranno automaticamente d’accordo riguardo ai problemi prioritari, poiché ognuno di loro vede l’universo da un diverso punto di vista e tutti sono soggetti a sistemi di valori differenti

Disegniamo una mappa:

Un buon modo per dar il via a un processo di valutazione della comunità è l’organizzazione di una sessione al fine di disegnarne la mappa.

Destinate un’intera giornata o un pomeriggio per la redazione della mappa. Chiedete la partecipazione del maggior numero possibile di membri della comunità. Quando saranno tutti presenti, percorrete a piedi il villaggio e i suoi dintorni. Non limitatevi a camminare lungo i suoi confini, ma attraversate l’intera area in lungo e in largo: mentre camminate, osservate ciò che vi circonda, discutetene, e segnatelo sulla mappa.

In veste di nobilitatore sociale tocca a te tener viva la discussione ogni volta che non procede spontaneamente. Poiché disegnare la mappa è un processo collettivo, esso comporta la discussione sulle cose che si annotano su di essa: questo è forse molto più importante della mappa stessa.

Sulla mappa annoterete i principali edifici, le strade e le strutture pubbliche (latrine, punti d’erogazione dell’acqua, cortile per la ricreazione, luoghi di culto, discariche). Annoterete anche le osservazioni fatte sulle strutture che sono in stato di abbandono, sono crollate o non funzionanti. Fate in modo di discutere su ogni cosa che annotate sulla mappa: questo servirà a limitare le opposizioni e le contraddizioni che potrebbero nascere al momento della valutazione, oltre a contribuire alla “trasparenza” del processo.

Dopo aver terminato la ricognizione del villaggio e dei dintorni, dovreste radunarvi (possibilmente in un edificio scolastico) per discutere su quanto è stato fatto e definire la stesura della mappa. Questo secondo momento d’incontro è molto importante, perché alimenta la trasparenza che intendete promuovere, la quale è iniziata al momento della discussione di ogni problema mentre lo annotavate sulla mappa.

La mappa può pertanto essere impiegata nella fase successiva della valutazione, quando farete l’inventario del villaggio e dei dintorni.

Inventario della comunità:

Lo stesso giorno in cui disegnate la mappa, o non appena possibile, farete anche un inventario della comunità. E’ molto importante che l’inventario sia fatto in modo partecipato; i membri della comunità contribuiscono alla sua creazione. Pur rivestendo il ruolo di mobilitatore sociale non spetta a te fare l’inventario della comunità; ciò annullerebbe i suoi scopi. In questo contesto, rispolverare i principi e le tecniche di brainstorming gioverebbe al tuo compito.

Scoraggia ogni discussione fuorviante; annota tutti i contributi su un tabellone; in seguito fa un esercizio di gruppo in cui mescolerai e rimetterai in ordine tutti i contributi: Fa in modo che i contributi di ognuno vengano dati a distanza (non focalizzarti sui singoli contributi), consenti che vengano fatti anche contributi in opposizione (scrivi ogni suggerimento sul tabellone); alla fine ribadisci ancora una volta che si tratta di un prodotto collettivo, non del risultato di una o più fazioni o di alcune persone.

Sii consapevole del fatto che i diversi gruppi e le varie fazioni all’interno della comunità avranno interessi differenti. Il dirigente scolastico potrebbe ritenere che una nuova scuola sia la cosa più importante. Gli uomini potrebbero ritenere prioritario l’accesso ai fertilizzanti, le donne la necessità di acqua potabile. L’imam potrebbe invece ravvisare il bisogno di una nuova moschea, altri individui o fazioni potrebbero avere priorità diverse da queste. Ecco perché è fuorviante consultare solo alcuni leader della comunità al fine di determinare quali siano le priorità. Poiché si tratta di un processo collettivo, coinvolgere il maggior numero possibile di membri della comunità lo rende più trasparente e porterà a una valutazione più accurata dei bisogni della comunità.

Per incoraggiare l’obiettività, potresti suggerire che l’inventario della comunità includa sia gli aspetti positivi sia i problemi. Una latrina pulita e ben usata è un aspetto positivo e deve essere inserito; non bisogna solo annotare solo quelle fuori uso. Fai riferimento alla mappa. Affiggila alla parete. Chiedi quali aspetti positivi e quali aspetti negativi sono stati osservati mentre creavate la mappa.

Il significato del nome

Spesso si incontra l'acronimo PRA o talvolta PAR (action research partecipativa), usato con riferimento a questo metodo partecipato adottato per valutare le risorse e i problemi presenti all’interno di una comunità. Ci sono varie definizioni e innumerevoli interpretazioni.

Tanto tempo fa, c’era un metodo chiamato RRA, Rapid Rural Assessment. In pratica, esso era usato quando un’organizzazione umanitaria reclutava un costosissimo specialista proveniente dall’estero, che si paracadutava e soggiornava per alcuni giorni nel più vicino hotel a cinque stelle, giusto il tempo di redigere una valutazione dei bisogni che l’agenzia avrebbe potuto adottare per giustificare il proprio progetto. Al massimo, lo specialista avrebbe consultato alcuni rappresentanti della comunità prima di redigere il suo rapporto finale.

Contrariamente a quest’approccio dall’alto verso il basso, è diventato sempre più palese (specialmente tra gli operatori sociali) che tale valutazione sarebbe stata molto più precisa se fosse stata più partecipata e meno rapida.

Inoltre, i sociologi notarono che se i membri della comunità erano coinvolti nel processo decisionale sin dall’inizio, era molto più probabile che si assumessero la responsabilità del progetto, e pertanto contribuissero al suo mantenimento e a sostenere le sue strutture. Se tutta la comunità fosse stata coinvolta, il progetto sarebbe stato più valido rispetto a quanto lo sarebbe stato se solo alcuni rappresentanti della comunità fossero stati coinvolti.

Fu quindi coniato un nuovo acronimo, PRA. Questo significava molto più di quanto le sue iniziali volessero dire: Paricipatory Rural Appraisal, Participatory Research and Assessment. Ciò che li accomunava era il processo partecipativo che ne era il fondamento. Alcuni cercarono di aggirare le numerose interpretazioni del PRA e crearono un nuovo acronimo PAR (action research partecipativa).

Tuttavia anche questo diede origine a innumerevoli interpretazioni, tra le quali proprio l’action research partecipativa; ancora una volta la caratteristica principale enfatizza la partecipazione. E’ cruciale che il processo di valutazione sia partecipativo, che la partecipazione coinvolga l’intera comunità, non solo alcuni gruppi, e che la valutazione dei bisogni e dei potenziali rifletta la comunità in quanto tale.

Informazione a favore di chi?

Potresti sentir dire, soprattutto dai project manager che non lavorano a vantaggio della comunità (a es. tecnici, legislatori) che la valutazione da parte della comunità è inutile. “Abbiamo già uno studio settoriale condotto su base sociologica, perché dovremmo duplicarlo con un inventario del villaggio?” è una lamentela molto comune. Potreste trovarvi a dover difendere questa parte del vostro lavoro, soprattutto se partecipate a un progetto inerente a un settore ben determinato (ad es. la fornitura d’acqua). I manager hanno fretta di ottenere risultati tangibili (ad es. costruire il punto d’erogazione dell’acqua) e la valutazione partecipativa ruba del tempo per loro prezioso.

Tuttavia le informazioni raccolte dalla comunità nel disegnare la mappa e nel redigere l’inventario potrebbero anche non duplicare quelle raccolte da altre fonti. È un’idea sbagliata pensare che l’informazione serva principalmente all’agenzia o all’intero progetto per prendere delle decisioni. Lo scopo del processo di valutazione è coinvolgere l’intera comunità nel processo decisionale e di incoraggiare i suoi membri ad assumersi la responsabilità di ogni struttura o servizio che potrebbe essere creato in seguito.

Detto ciò, le informazioni ottenute sono molto utili per completare quelle provenienti da altre fonti (indagine di riferimento, dati censuari, altri rapporti) e per avere un quadro reale della situazione attuale. In qualità di nobilitatore sociale, contribuirai al processo di riduzione della povertà e di empowerment della comunità mettendo le tue informazioni a disposizione dell’agenzia o del progetto, delle autorità locali, dei funzionari del governo centrale o distrettuale, soprattutto di coloro che si occupano di pianificazione, gestione e sviluppo delle comunità.

Formazione dei membri della comunità

Dove le comunità sono caratterizzate da un alto tasso di povertà e da un gran numero di persone escluse, è molto più probabile che i membri non siano abituati a partecipare alle decisioni a livello comunitario. Inoltre non saranno certamente abituati a disegnare mappe o a redigere degli inventari; molti di loro potrebbero essere analfabeti. Queste competenze sono necessarie affinché essi partecipino alla fase decisionale che conduce all’empowerment della comunità. E la formazione tradizionale non è adatta a ciò.

Essendo il mobilitatore sociale tocca a te far familiarizzare i membri della comunità con tutto ciò, anche solo con il semplice esempio. Ancor di più, il tuo incoraggiamento a partecipare rafforzerà la sicurezza in se stessi e darà loro motivo per contribuire allo sviluppo della comunità in cui vivono.

Quando dai loro un esempio, ricorda che i membri della comunità stanno imparando nuove competenze: accertati pertanto che il tuo lavoro sia trasparente. Le competenze che essi necessitano per eseguire una valutazione non sono ricercate e difficili. I membri della comunità generalmente vogliono impegnarsi nel processo; di conseguenza impareranno facilmente le competenze. Il tuo compito consiste nell’agevolare tale apprendimento.

La partecipazione dei membri nella valutazione della comunità non pone semplicemente le fondamenta per un’azione a favore della comunità. Il risultato delle loro valutazioni può essere usato come riferimento o come dato iniziale al fine di quantificare i progressi, e pertanto è un elemento di monitoraggio e valutazione che si basa proprio sulla comunità.

Da qui in poi

Questo documento ti suggerisce come incoraggiare la partecipazione dei membri alla valutazione della loro comunità. Durante il tuo lavoro, la partecipazione di tutti i membri della comunità, e non solo di alcuni individui o gruppi, dovrebbe essere stimolata e incoraggiata.

Durante tutte le attività formative, l’approccio partecipativo è da considerarsi vincente: il formatore agisce da facilitatore più che da conferenziere, e la metodologia PAR/PRA non va applicata ciecamente a tutte le aree.

Dove sono necessarie delle competenze specifiche, soprattutto qualora esse siano già state identificate dai partecipanti, potrebbe essere meglio adottare altri metodi, quali la dimostrazione, la presentazione e il dialogo. Considerato tutto ciò, bisognerebbe permettere maggiormente agli “allievi” di imparare sul campo.

Cfr. il saggio di Kamal Phuyal "Perché usare la PRA?" e quello di Doreen Boyd "I benefici della valutazione partecipata".

Per ulyeriori approfondimenti su questo approccio, cfr. i file di Robert Chambers.

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Disegnamo la mappa della comunità:


Disegnamo la mappa

© Copyright 1967, 1987, 2007 Phil Bartle
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Ultimo aggiornamento: 14.10.2011

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