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GLI ELEMENTI IN DETTAGLIO

Di Phil Bartle, PhD


Tradotto da Cecilia Fazioli

Da Strategia di Gestione Comunitaria

Questo documento descrive la strategia nel suo complesso, fornendo le caratteristiche e le relazioni tra i vari elementi della strategia. Vedi il Profilo generale della Strategia

Introduzione; le tre fasi principali della Strategia

Le tre fasi della strategia (1) stimolazione della partecipazione comunitaria, (2) formazione alla gestione e (3) creazione di un ambiente favorevole, sono passate in rasegna in questa introduzione e affrontate in dettaglio nelle tre parti successive.

Elemento A: Partecipazione Comunitaria:

Si tratta di un ciclo di intervento standard, chiamato anche ciclo di problem solving, ciclo di mobilitazione o ciclo di sviluppo comunitario. La partecipazione comunitaria non è di norma spontanea. Essa implica la presenza di mobilitatori formati per questo lavoro (intervento) nella comunità.

Il processo essenziale è più o meno il seguente: tu (mobilitatore) devi innanzitutto ottenere il permesso e l'autorizzazione a svolgere il tuo lavoro. A quel punto inizia a sensibilizzare la comunità sui problemi esistenti.

Attenzione a non far credere alle persone che risolverai i loro problemi; anzi, sottolinea che la comunità possiede le risorse atte a superare i problemi da sola. Tutto ciò di cui la comunità ha bisogno è la volontà, e magari qualche nozione gestionale che puoi fornirle. Faciliterai la coesione comunitaria, che dovrà valutare e trovare soluzioni comuni per un obiettivo prioritario. Li aiuterai a organizzare un consiglio amministrativo, o a rivitalizzare uno esistente. Li aiuterai a creare un piano d'azione e un progetto. Li incoraggerai sottolineando il lavoro che loro, e non tu, hanno svolto, assicurandoti che esso sia trasparente, monitorato e registrato. Festeggerai con loro i risultati e li aiuterai a valutarli.

La seconda fase riconsidera il processo dall'inizio, per questo è chiamato ciclo. La seconda volta la comunità sarà più forte e avrà maggior fiducia in se stessa; è anche probabile che tu abbia individuato mobilitatori locali capaci di supportare il ciclo mano a mano che tu ti ritiri.

Elemento B: Gestione Comunitaria:

Si tratta della combinazione di due metodi, la formazione gestionale e l'organizzazione sindacale. La formazione gestionale è stata inizialmente pensata per il personale dirigente di alto livello delle grandi società, allo scopo di rendere l'organizzazione e i processi decisionali più efficaci e vantaggiosi.

Questa è stata poi reinterpretata come un supporto per qualsiasi tipo di organizzazione che preveda delle decisioni. Viene così applicata alle comunità accanto al ciclo di sviluppo comunitario.

Si incentra su quattro domande chiave: "Che cosa abbiamo?" "Cosa vogliamo?" "Come usiamo ciò che abbiamo per ottenere ciò che vogliamo?" e "Cosa accadrà quando lo faremo...?" Basandosi su tecniche di brainstorming strutturato, il mediatore può ottenere dai manager, in modo non critico e non minaccioso, la riorganizzazione strutturale necessaria per migliorare efficienza e capacità.

L'organizzazione sindacale, al contrario, è stata sviluppata insieme al movimento sindacale per far sì che i lavoratori si unissero, potenziassero le loro capacità e lottassero per i loro diritti (es. migliori condizioni lavorative, paghe e vantaggi). La combinazione di questi due dà come risultato una metodologia di formazione che va ben al di là del trasferimento di competenùze, mirata al potenziamento attraverso la riorganizzazione.

Elemento C: Ambiente favorevole:

Ogni comunità è inserita in un ambiente politico, amministrativo, sociale ed economico. Questo è costituito soprattutto da leggi, regolamenti, procedure, pratiche, informazioni e atteggiamenti. I tre punti focali dell'ambiente sono (1) amministrazione centrale, (2) amministrazione regionale o locale e (3) organizzazioni non governative. Ognuno di essi influisce sulla comunità in modi diversi.

Le differenze tra i diversi Paesi, e all'interno di ognuno di essi, sono enormi, la strategia deve quindi essere molto flessibile in modo da tener conto di queste variazioni.

La strategia mira a modificare l'ambiente in modo da renderlo favorevole al potenziamento delle comunità a basso reddito, all'eradicazione della povertà, compresa la messa in atto di strategie di sviluppo basate sull'auto aiuto, alla legalità e legittimazione di organizzazioni comunitarie, alla disponibilità di credito per gli investimenti di privati a basso reddito o di comunità (servizi e risorse per le comunità).

Questo implica supporto, sostegno professionale e finanziario, creazione di linee guida, documenti, formazione, lavoro in rete e condivisione di esperienze ed obiettivi a livello internazionale ed intranazionale con l'obiettivo di modificare leggi, regolamenti, procedure, pratiche e atteggiamenti.

Modifiche alla Strategia:

I fattori che comportano delle modifiche alla strategia sono qui di seguito analizzati.

Grado e natura dell'attivazione ambientale:

Se l'ambiente è favorevole al potenziamento e alla riduzione della povertà, la strategia può concentrarsi maggiormente sulle prime due fasi. Qualora ci sia un'amministrazione più gerarchizzata e centralizzata, sarà necessario concentrare gli sforzi sulla terza parte, anche in collaborazione con altre agenzie (assistenza bilaterale), e su altre iniziative del Centro delle Nazioni Unite per gli Insediamenti Umani (UNCHS) come per esempio il programma di gestione urbana e quello delle città sostenibili. Quando vi sono poche o nessuna ONG locale o internazionale, la strategia sarà quella di promuoverne la creazione, l'accettazione e la capacità di operare.

Attuale livello e tipo di partecipazione comunitaria:

Se c'è una buona partecipazione, la strategia si concentrerà più sulla formazione gestionale (assumendo che anche l'ambiente sia favorevole). Qualora la partecipazione comunitaria non fosse praticata e non pienamente compresa, la strategia sarà focalizzata sui metodi (è l'esempio del programma di partecipazione comunitaria del CDP in Zambia, Bolivia e Sri Lanka).

Livello di urbanizzazione, etereogeneità etnica e servizi cittadini:

Laddove l'urbanizzazione è rapida o avanzata, come in molte parti dell'Asia, il ciclo di mobilitazione per il potenziamento comunitario, di stampo rurale, deve essere adattato. Se la popolazione è meno coesa (multiproprietà, migranti in transito, eterogeneità linguistica ed etnica, esistenza di servizi urbani avanzati, spesso gratuiti, nelle vicinanze), la strategia punterà maggiormente sulla difesa, sui diritti dei residenti, sulla prevenzione dei crimini, sulla costruzione del consenso e sui servizi sociali rispetto alla costruzione e al supporto di servizi per le comunità rurali.

I livelli di consenso e unità all'interno della comunità:

Il consenso e l'unità all'interno della comunità sono requisiti indispensabili per stabilire le priorità; se questi sono carenti, devono essere costruiti prima di determinare gli obiettivi e di iniziare la formazione gestionale. Qualora tali prerequisiti siano presenti, saranno la base per il ciclo di mobilitazione e di risoluzione dei problemi.

Principali caratteristiche tecnologiche ed economiche (pesca, agricoltura, industria, commercio, ecc.):

Dal momento che tecnologia ed economia influiscono sull'organizzazione sociale (i pastori nomadi, ad esempio, seguono un'organizzazione e delle pratiche diverse dalle comunità basate sulla pesca, agricoltura, commercio o industria), il ciclo di mobilitazione e la formazione gestionale deve essere flessibile e modificabile in modo da essere sensibile e adattabile a tali variazioni. La formazione dei mobilitatori e dagli educatori gestionali deve prevedere la capacità di osservazione ed analisi della natura e del funzionamento della comunità di intervento.

Il livello e la natura delle capacità gestionali e organizzative:

Laddove le capacità gestionali e organizzative sono già presenti nella comunità, la formazione gestionale punterà sulle quattro domande chiave come strumento per la riorganizzazione mirata all'accrescimento dell'efficacia (ricostruzione piuttosto che costruzione delle capacità). Sarà quindi parte della responsabilità dei formatori quella di osservare, analizzare ed essere sensibili a queste variazioni, e quella di saper adeguare in maniera appropriata la loro formazione.

La natura, lo status e l'influenza delle ONG:

Le ONG possono essere (a) locali o nazionali, o (b) internazionali. Nel promuovere l'impegno civile e la partecipazione comunitaria, la creazione e il rafforzamento di ONG locali possono costituire un canale utile alla crescita del coinvolgimento dei cittadini. Se ci sono ONG internazionali che portano competenze e fondi e che mirano a stimolare l'autostima della comunità, esse possono costituire una risorsa preziosa per incrementare e completare gli sforzi governativi. La strategia deve quindi valutare l'esistenza, le attività, la legalità, la legittimità, il livello di accettazione, l'impatto e l'influenza di entrambe i tipi di ONG, e adattarsi di conseguenza.

Formazione:

La strategia prevede un tipo di formazione (per il trasferimento di competenze, la sensibilizzazione, la diffusione di informazioni e la riorganizzazione) che deve essere:

  • non formale (rilassata, informale, pensata per persone adulte, amichevole);
  • non ortodossa (slegata da pratiche e preconcetti convenzionali);
  • guidata dai destinatari (basata su e sensibile ai bisogni percepiti ed espressi dei partecipanti, anche stimolati dal mediatore, dal mobilitatore o dal formatore);
  • sul luogo di lavoro (dove avviene l'azione, pertinente al tema di studio);
  • basata sul contesto (basata sulle azioni e sui bisogni relativi alla fase specifica);
  • non in aula (per quanto sia possibile, deve svolgersi fuori dall'aula);
  • non accademica (enfatizzare sull'azione e sulla partecipazione più che sull'ascolto di lezioni e presentazioni);
  • coinvolgente (il docente deve stimolare i partecipanti a rispondere alle domande); e
  • partecipativa (i partecipanti non devono essere un pubblico passivo, ma gli attori principali della formazione).

Parità tra i sessi:

La parità tra i sessi non riguarda soltanto le donne, ma le relazioni tra uomini e donne e la piena partecipazione di entrambi, a prescindere dalle loro caratteristiche biologiche e sociali. Non si tratta semplicemente di un atteggiamento politicamente corretto a favore dei diritti umani, ma un approccio pragmatico basato sulla realtà.

L'esperienza dimostra che laddove le donne partecipano a programmi di produzione di ricchezza, iniziative di difesa, attività comunitarie, esse portano con loro un bagaglio di caratteristiche che migliorano il processo molto più di quanto sarebbero in grado di fare gli uomini da soli. Inoltre, l'economia non può funzionare in modo ottimale se la metà della popolazione viene sistematicamente esclusa.

Una simile emarginazione ostacola anche la buona amministrazione. Se la cultura è viva, essa deve allora crescere e cambiare. Una cultura statica e senza cambiamenti è una cultura che muore.

Approcci attivi e anti-discriminatori miranti alla parità tra i sessi non significano necessariamente un'opposizione alla cultura; essi devono aiutare le culture a rafforzarsi, adattarsi e sopravvivere.

Parte A: Partecipazione comunitaria:

La partecipazione di tutti i membri della comunità interessata (senza distinzioni di tipo biologico o sociale) è un elemento essenziale per la riduzione della povertà e il rafforzamento comunitario. Parlando di "partecipazione", si intende qui il coinvolgimento dell'intera comunità (e non soltanto alcune parti di essa) nel controllo e nei processi decisionali.

Le decisioni chiave da prendere e il controllo da esercitare riguardano: la valutazione di situazioni (bisogni e potenzialità); la determinazione delle priorità (e fissazione di conseguenti obiettivi); la pianificazione (programmi di azione comunitaria, progettazione); la loro implementazione, monitoraggio e valutazione dei risultati. La comunità tutta ne è responsabile (la responsabilità non va infatti attribuita ad una terza parte).

La partecipazione attraverso risorse (in donazioni, lavoro, approvvigionamenti, ecc.), il dialogo e il confronto con agenzie esterne va incoraggiato, nonostante quando in questo contesto si parla di "partecipazione" si intende qualcosa di molto più ampio tanto rispetto al "contributo" quanto rispetto al "confronto".

Promozione della partecipazione comunitaria:

Il ciclo di mobilitazione, detto anche ciclo di soluzione dei problemi o ciclo di sviluppo comunitario:

  • Consiste in una serie di interventi che si susseguono in ordine logico e progressivo;
  • Deve essere condotto da uno o più mobilitatori legittimati, autorizzati e riconosciuti;
  • Utilizza l'azione comunitaria come uno strumento di rafforzamento, non come un'iniziativa fine a sé stessa;
  • Richiede la conoscenza e la sensibilità da parte dei mobilitatori delle caratteristiche della comunità;
  • Può essere portato avanti da un ministero, da un'autorità centrale o locale o da un'organizzazione non governativa;
  • All'origine non è un'azione "dal basso", ma ha come obiettivo il rafforzamento comunitario dal basso, portato avanti dalla comunità stessa; e
  • Promuove (incoraggia, difende, forma le competenze per e supporta) la partecipazione comunitaria nel controllo e nel processo decisionale di tutte le azioni che interessano tutta la comunità.

Le fasi principali del ciclo:

  • Sono collegate logicamente le une alle altre e al ciclo nel suo insieme;
  • Sono necessarie (l'assenza di una di esse indebolisce l'impatto dell'azione);
  • Vanno iniziate nell'ordine di seguito descritto, altrimenti si rischiano sovrapposizioni e prolungamenti inutili.

Sensibilizzare le autorità e ottenere i permessi:

I mobilitatori comunitari devono essere riconosciuti e legittimati dalle autorità, altrimenti rischiano di essere arrestati per sovversione e di avere problemi con le forze dell'ordine.

Bisogna ricordare che sono proprio le autorità ad avere il maggior interesse a mantenere un approccio "di approvvigionamento" e a temere un approccio "abilitativo", in quanto funzionari civili, ufficiali, politici, leader tradizionali e nuovi ed esperti trovano benefici immediati nel primo approccio, che diventa un mezzo per aumentare influenza, popolarità, voti, promozioni e possibilità di carriera.

La sensibilizzazione non è una semplice formalità, deve essere ben progettata ed eseguita accuratamente.

Sensibilizzare i membri della comunità:

Prima di spingere la comunità ad agire (e quindi ad imparare e a rafforzarsi) il mobilitatore deve sensibilizzare i membri della comunità su realtà specifiche, quali:

  • Se restano passivi aspettando un intervento governativo o esterno, non si libereranno del loro fardello di povertà e debolezza;
  • Nessuna comunità è del tutto povera; per il solo fatto di essere composta di esseri umani ha risorse e potenzialità come lavoro, creatività, vita, desideri, capacità di sopravvivenza e tutte le caratteristiche proprie di ogni essere vivente;
  • Le persone parteciperanno e aiuteranno più facilmente se tu stesso dai il tuo contributo;
  • Il mobilitatore (e la sua agenzia o dipartimento) non porta risorse (finanziamenti, materiali da costruzione, tubature), egli è lì per incoraggiare ed assistere fornendo formazione e guida per la gestione.

In questa fase è importante cercare di non alimentare false aspettative e contrastare le inevitabili dicerie sul tipo di assistenza da aspettarsi.

Analisi situazionale e valutazione della partecipazione:

Nonostante il mobilitatore sia tenuto a fare prima di tutto una valutazione delle risorse, del potenziale, degli ostacoli e dei bisogni della comunità, la strategia del ciclo di mobilitazione richiede anche una valutazione della comunità nel complesso. Questa non deve essere fatta subito, ma può essere anche portata avanti o completata dalla direzione comunitaria stessa, una volta formata ed organizzata.

Tutti i progetti e interventi futuri devono essere fatti sulla base delle osservazioni, e non sulle fantasie o sugli interessi specifici di determinati gruppi all'interno della comunità. Tanto i bisogni quanto le risorse devono essere riconosciuti da ogni membro della comunità.

Organizzazione dell'unità; Costruzione del consenso:

Nessuna comunità è unita, le divisioni e le fazioni esistono ovunque, è solo la loro importanza a variare.

Laddove la disparità sociale è maggiore, è più difficile ottenere il consenso comunitario sul problema prioritario, e di conseguenza sull'obbiettivo primario. L' organizzazione dell'unità è un prerequisito necessario per la maggior parte degli interventi comunitari ed è indispensabile durante tutto il ciclo.

Definizione delle priorità, dei problemi e degli obbiettivi:

Quando la comunità è sufficientemente unita, e quando tutti i gruppi sono stati coinvolti, compresi donne, disabili e tutte quelle fasce di popolazione che rischiano di non partecipare a pieno titolo alle decisioni comunitarie, è il momento di mettere in moto la popolazione. Questo implica l'identificazione del problema prioritario e la sua trasformazione in obbiettivo primario. La tecnica del brainstorming è uno degli strumenti da utilizzare.

Pianificare l'azione comunitaria:

La comunità deve concordare gli obbiettivi da raggiungere nel periodo successivo (un anno, cinque anni, in genere un periodo conforme ai piani della regione). La pianificazione può includere anche uno o più progetti comunitari.

Organizzazione del Comitato Esecutivo:

Dal momento che i dettagli della progettazione non possono essere discussi in incontri pubblici di centinaia di persone, è necessario, per motivi pratici, che la comunità si doti di un comitato esecutivo, da scegliere in modo da non fomentare divisioni all'interno della comunità. Il mobilitatore deve quindi conoscere ed essere sensibile ai valori e alle pratiche della comunità.

Il mobilitatore dovrà poi formare il comitato sulla progettazione partecipativa, fornire elementi di management e leadership ed evitare che esso diventi poco trasparente per il resto della comunità. Il comitato avrà il ruolo di rivedere il piano d'azione, integrarlo se necessario e preparare un progetto da sottoporre all'approvazione della comunità (utilizzando sempre i metodi di partecipazione ai quali il mobilitatore incoraggerà a ricorrere).

A questo punto, è necessario approfondire la strategia di gestione comunitaria (vedi la fase B) e integrarla nel ciclo di mobilitazione.

Implementazione e monitoraggio:

La comunità e i suoi leader, come politici e giornalisti, saranno interessati alle azioni pratiche e ai risultati (costruzione di latrine, fornitura d'acqua, servizi sanitari e scuole) e avranno bisogno di qualcuno che ricordi loro l'importanza che il processo di monitoraggio e di rendicontazione vadano di pari passo all'azione. . Questo è il momento in cui l'entusiasmo della comunità rischia di indebolirsi o di sparire del tutto, se l'azione (soprattutto dal punto di vista finanziario) non è trasparente e chiara per tutti i membri della comunità.

Mentre l'obiettivo della comunità è l'ottenimento del servizio, quello della strategia e del mobilitatore sono l'accrescimento della forza e delle capacità della comunità, l'enfasi è quindi posta sul monitoraggio e la rendicontazione (verbale e scritta).

Inoltre (vedi la sezione sulla gestione comunitaria), a questo punto la comunità diventa maggiormente cosciente del bisogno di formazione per le particolari competenze pratiche (finanziarie, tecniche e di contabilità, stesura di rapporti). Questo è anche il momento in cui la fase B della strategia deve essere integrata con il ciclo di mobilitazione.

Stima e valutazione (dell'impatto):

Il monitoraggio e la rendicontazione mirano ad osservare l'azione in modo da poter apportare modifiche ed evitare di perdere di vista l'obbiettivo, questi necessitano però di essere affiancati da una più approfondita analisi e valutazione.

Si rende indispensabile valutare l'impatto dell'azione, i modi di implementazione e analizzare cosa sarebbe dovuto essere previsto. Questo lavoro porta a sua volta a ripetere il ciclo, visto che ha lo stesso scopo dell'analisi della situazione iniziale e della valutazione della comunità.

Ripetizione del ciclo:

Non si tratta di un'azione fatta una volta per tutte ma di un processo di cambiamento sociale (sviluppo) che deve essere sostenuto.

Quando la comunità avrà raggiunto un alto livello di potenziamento rispetto a quando è iniziato il primo ciclo, esso andrà ripetuto dall'inizio. Inoltre, il mobilitatore dovrà formare un sostituto in vista di una sua eventuale partenza, e i vari mobilitatori dovranno individuare degli altri mobilitatori interni (che non useranno le tecniche di mobilitazione per scopi personali a spese del rafforzamento comunitario) alla comunità che saranno in grado di sostenere la motivazione e gli interventi una volta che i mobilitatori se ne saranno andati.

Ogni fase del ciclo di mobilitazione è legata alle fasi che la precedono e la seguono e al ciclo nel suo insieme. Le fasi si susseguono in ordine logico e funzionale. Ogni volta che il ciclo si ripete, deve basarsi sulle valutazioni fatte durante il ciclo precedente e costruirsi sui risultati già ottenuti.

Altri interventi di sviluppo delle capacità:

Gli interventi di seguito descritti sono anch'essi parte della strategia di mobilitazione, possono però essere inseriti in diversi momenti del ciclo di mobilitazione. Questo può essere determinato dal mobilitatore, se informato e sensibile ai cambiamenti della situazione all'interno della comunità.

  • Valutazione e analisi delle organizzazioni locali esistenti (consigli di anziani o di altro tipo, gruppi di donne, gruppi a rotazione, movimenti, associazioni di specifici gruppi quali i disabili o altre fasce vulnerabili) prima, durante e dopo ogni ciclo;
  • Miglioramento delle organizzazioni locali (assicurando la la rappresentanza e la partecipazione nelle questioni comunitarie), promozione della partecipazione egualitaria dei generi, assistenza legale delle organizzazioni comunitarie;
  • Incoraggiamento di relazioni cooperative e funzionali tra le varie organizzazioni: promozione di opportunità di coordinamento e di condivisione delle risorse comunitarie (umane, finanziarie, di fornitura e territoriali);
  • Generazione di reddito e di occupazione puntando su formazione, ottenimento del credito e marketing;
  • Tutela del territorio e miglioramento delle infrastrutture;
  • Attività ambientali (es. promozione di una gestione comunitaria dei rifiuti che protegga le risorse naturali);
  • Limitazione dei danni e gestione partecipativa delle emergenze (campi profughi, reinsediamento, riabilitazione).

Gli obiettivi della mobilitazione per lo sviluppo di una comunità possono variare da una provincia all'altra. Ad ogni modo, ci sono degli elementi comuni: eliminazione della povertà, buon governo, cambiamento dell'organizzazione sociale (sviluppo), sviluppo delle competenze comunitarie, rafforzamento di gruppi a basso reddito ed emarginati, uguaglianza di genere.

Fase B: Gestione comunitaria:

La caratteristica principale della "formazione per la gestione comunitaria" va ben al di là della formazione in senso tradizionale (trasferimento di competenze ai discenti, sensibilizzazione, informazione e incoraggiamento), in primo luogo, essa include il rafforzamento delle capacità organizzative.

Laddove non esiste alcuna organizzazione, si creano nuove strutture pensate per l'ottenimento dei risultati che la comunità vuole raggiungere; se invece qualche tipo di organizzazione già esiste, questa va ristrutturata in modo da migliorarne l'efficacia nell'ottenimento dei risultati fissati dalla comunità.

L'organizzazione si costruisce sulle quattro domande chiave (Cosa vogliamo? Cosa abbiamo? Come possiamo utilizzare al meglio ciò che abbiamo per ottenere ciò che vogliamo? Cosa accadrebbe se...?)

Formazione alla gestione comunitaria:

La formazione gestionale per il potenziamento della comunità è legata alla promozione della partecipazione comunitaria e al ciclo di mobilitazione. La formazione è pensata per l' organizzazione e il trasferimento di competenze.

Organizzazione della comunità e della sua amministrazione per la presa di decisioni:

La formazione del consiglio amministrativo deve svolgersi durante un incontro con tutti i membri della comunità. Il mobilitatore dovrà scoraggiare ogni indicazione su chi deve essere scelto, spiegando le caratteristiche necessarie della persona più adatta a svolgere ogni ruolo, specialmente quello del tesoriere (in questo caso ad esempio, l'affidabilità è più rilevante dell'istruzione).

Una volta formato il consiglio, il mobilitatore forma o organizza la formazione dei suoi membri sulla progettazione partecipativa, leadership e tecniche di management. L'enfasi andrà sulla trasparenza, di modo che l'intera comunità abbia la possibilità di partecipare alle decisioni più importanti del consiglio e abbia pieno accesso a qualsiasi tipo di informazione, soprattutto finanziaria. Ulteriori informazioni sulle tecniche di brainstorming possono essere qui fornite.

Formazione gestionale: Le quattro domande chiave:

Esistono due tipi di organizzazione: (1) organizzazione finalizzata al processo decisionale e (2) organizzazione finalizzata all'efficacia dell'azione.

Quanto sopra descritto si riferisce all'organizzazione finalizzata alla presa di decisioni che coinvolgono l'intera comunità. Tratteremo ora dell'organizzazione mirata all'efficacia dell'azione (ruoli, tempi, quantità, azioni, responsabilità per il progetto scelto o per qualsiasi altra azione comunitaria).

L'organizzazione si fonda sulle quattro domande chiave sulla gestione. Queste non servono solo per la pianificazione, ma anche per le strategia comunitarie e per la divisione del lavoro. Questa è l'organizzazione finalizzata all'azione.

Progettazione e organizzazione:

La progettazione deve essere discussa accuratamente dal consiglio amministrativo, per poi essere presentata all'intera comunità per qualsiasi modifica necessaria e successiva approvazione. Questa include:

  • L'identificazione del problema prioritario;
  • La fissazione dell'obbiettivo (la soluzione generale al problema identificato)
  • La determinazione degli obbiettivi specifici (basati sull'obbiettivo generale, questi sono "SMART" ─ specifici, misurabili, arrivabili, realistici, and temporalmente limitati. Devono essere limitati, verificabili, quantificabili e legati al tempo;
  • Identificazione delle risorse esistenti e potenziali (interne ed esterne alla comunità);
  • Identificazione dei limiti e dei possibili mezzi per superarli;
  • Valutazione di diverse possibili strategie e selezione della migliore tra queste;
  • Capire come deve essere monitorato il progetto, in tutte le sue fasi e da tutti i soggetti interessati.

Allegati alla progettazione comunitaria:

Possono essere allegati alcuni documenti quali:

  • Budget (indicante tutte le entrate, le donazioni non monetarie e le spese);
  • Timesheet o grafico;
  • Qualsiasi altro dettaglio da aggiungere a quelli già menzionati;
  • Lite (es. membri del consiglio amministrativo, ruoli, frequenza, ecc.).

Il progetto deve essere scritto e delle copie vanno ai membri del consiglio amministrativo, a disposizione del pubblico, ai progettisti regionali o distrettuali e all'amministrazione. Il format del progetto può anche essere usato come: proposte per finanziamenti esterni, da presentare ai possibili donatori. Il mobilitatore non dovrà scrivere il progetto ma incoraggiare e guidare il consiglio amministrativo a farlo.

Sviluppo di competenze:

Una volta avviato il progetto, il consiglio si rende sempre più conto della mancanza di alcune competenze manageriali e amministrative necessarie per portare avanti il progetto (competenze gestionali, finanziarie, creditizie, tecniche o di abilità). Se questo non accade, il mobilitatore può ovviamente suggerirle.

La formazione deve seguire le indicazioni sopra descritte (non-formale, facilitativa, sul lavoro), deve essere attinente all'azione comunitaria scelta e appropriata per la fase del progetto o del ciclo di mobilitazione.

Monitoraggio e rendicontazione:

La strategia indica che il monitoraggio è fondamentale, così come è fondamentale vedere quando si va in bicicletta.

Il monitoraggio viene insegnato a tutti i soggetti coinvolti, così come vengono trasferite competenze di rendicontazione scritta e orale. Vengono creati sistemi per la comunicare le informazioni sul monitoraggio di modo che il consiglio e la comunità possano apportare le dovute modifiche all'implementazione del progetto in modo da non perdere di vista l'obbiettivo.

Informazione sulla gestione dell'informazione:

Verrà mostrato al consiglio e alla comunità della necessità che l'informazione venga gestita (raccolta, catalogata, recuperata, analizzata, utilizzata, ecc.). L'informazione necessaria è quella relativa alla gestione (flussi finanziari, status e situazioni, azioni intraprese, risultati delle azioni, ecc.). La formazione gestionale include la creazione di questi sistemi di informazione.

Educazione all'uguaglianza di genere:

La formazione andrà oltre la sensibilizzazione politicamente corretta riguardo alle diseguaglianze di genere (e a quanto sarebbe bello se ci fosse l'uguaglianza), ma indica quanto uno sviluppo più efficiente deriverebbe da una progettazione e un'azione che tengano conto della parità di genere, e di come questo sia ottenibile nel contesto delle pratiche e degli atteggiamenti culturali esistenti.

Soluzione dei conflitti e costruzione del gruppo:

Ogni volta che si compie un'azione o un cambiamento sociale, si generano divergenze di opinione, interessi nascosti, strategia alternative, conflitti caratteriali e divisioni strutturali. Gli esercizi di costruzione del gruppo sono pensati proprio per rispondere a questi fenomeni, minimizzare i loro effetti negativi (senza perdere l'energia positiva e il dinamismo che ne può derivare), e portare all'accordo e all'ottenimento degli obiettivi comuni.

Creazione di network; costruire relazioni (verticali e orizzontali):

L'empowerment è una questione di "know-who" come di "know-how". Vedi gli Elementi di forza della comunità." La strategia supporta il potenziamento della comunità agendo da agente per la formazione di una rete, organizzando conferenze e scambi per incoraggiare la formazione dei contatti necessari.

Partnership:

Lo sviluppo di partnership tra il settore pubblico e il privato, le ONG, le organizzazioni comunitarie e le comunità:

Laddove le relazioni tra le comunità a basso reddito e le amministrazioni centrali e locali siano caratterizzate da considerevoli ineguaglianze (basate sull'esclusività delle informazioni e delle finanze da parte delle autorità), la strategia mirerà a creare o a rafforzare le partnership, promuovendo una maggiore uguaglianza e una relazione più bilanciata. Ampliando l'orizzonte, la strategia cercherà di fare lo stesso con altri attori del processo di sviluppo, quali le Organizzazioni Comunitarie, le ONG e i settori privato e commerciale.

Acquisizione di risorse; Raccolta Fondi:

Esistono diverse fonti di finanziamento per le comunità, da investire nello sviluppo e nell'autogestione. Vedi ad esempio "Acquisizione di risorse."

Queste includono, tra gli altri, tassazioni (quando legalmente possibile), raccolta fondi (da parte dei membri della comunità, di donatori esterni, campagne di raccolta fondi e un ampio ventaglio di altre fonti), cessione di fondi e i proventi di tasse o tariffe fisse applicate agli utenti di servizi e strutture.

Formazione della leadership; Creazione del gruppo:

Competenze di leadership e di creazione del consenso e dell'unità sono necessarie dal momento che il processo di rafforzamento diventa sostenibile. L'incoraggiamento e la formazione di leader comunitari (a partire dal consiglio amministrativo) sono parte della strategia.

Formazione di microimprese e rafforzamento:

La strategia mira alla riduzione della povertà attraverso (1) il rafforzamento comunitario, grazie alla costruzione autonoma di strutture e servizi comunali e (2) l'utilizzo di tecniche di mobilitazione per creare e sostenere micro-imprese vitali, focalizzandosi sulle donne a basso reddito e prevedendo formazione, organizzazione e un piccolo supporto economico se necessario (o collaborando con agenzie complementari).

Vedi: "Schema di micro-impresa", "Manuale per la produzione di ricchezza," e"Esempi di generazione di reddito," per maggiori dettagli.

Supporto alle micro-imprese:

Incoraggiare la formazione di nuove imprese e il miglioramento di quelle esistenti:

Le microimprese in questa strategia sono proprio così: micro. Come per la banca Grameen, l'importo dei prestiti può variare da un minimo di 20 fino a 200 dollari. Non si tratta di un supporto finanziario per cooperative e piccole attività che richiedono prestiti superiori ai 30.000. L'enfasi è posta sulla formazione e il supporto di donne a bassissimo reddito. Se non riescono a trarre profitto da un prestito di 100 dollari, non dovranno far richiesta per prestiti superiori prima di aver seguito una formazione e aver fatto esperienza nell'avviamento di impresa.

Credito:

Promuovere il risparmio, la rotazione del credito e la formazione e il rafforzamento dell'unione creditizia:

Gruppi di rotazione del credito sono istituzioni tradizionali in Africa, Asia e in altre parti del mondo. La strategia si basa su questi gruppi, facendo raccogliere il denaro accumulato e collegandolo con unioni creditizie e banche commerciali per ottenere dei prestiti da dividere tra i membri in modo da poter avviare delle micro-imprese.

Riparo:

Costruzione e sviluppo di infrastrutture di riparo comunitarie, formazione, aggiornamento e integrazione di imprenditori privati, con particolare attenzione alle donne e ai gruppi vulnerabili:

Rispondendo al bisogno di lavoro qualificato nella costruzione di servizi comuni (parte del ciclo di mobilitazione), la formazione è rivolta alle donne e ai disabili della comunità che potranno utilizzare le loro competenze tecniche come fonte di guadagno.

Aggiornamento tecnico e professionale:

La creazione nelle donne di competenze artigianali (carpenteria, muratura, costruzioni, ecc.) tradizionalmente associate agli uomini, è una scelta deliberata della strategia, che mira così ad incrementare il potenziale femminile e ad aiutarle e rompere le barriere di genere sul posto di lavoro.

Sviluppo e potenziamento dei gruppi:

Il potenziamento dei gruppi esistenti (come quelli basati sulla tradizionale rotazione del credito) attraverso il trasferimento di competenze per l'ottenimento e la gestione del credito e dei risparmi e per l'avvio e la gestione di imprese funzionanti:

Obbiettivo della strategia sono le donne (e gli uomini) a basso reddito, non quegli individui che sono già in grado di ottenere credito. Essa utilizza le istituzioni tradizionali e le adatta alla creazione di ricchezza come mezzo per l'eliminazione della povertà.

Strumenti per la formazione gestionale:

Di seguito vengono descritti alcuni mezzi per il miglioramento delle competenze manageriali.

Conferenze:

Seminari e conferenze di sensibilizzazione e di informazione. Conferenze e seminari sono due cose diverse, ma ognuno di essi ha un ruolo all'interno della strategia.

Nei seminari, le presentazioni sono più tecniche, mentre nelle conferenze esse sono più indirizzate alle politiche. Sono entrambe dei fori per la condivisione di esperienze e lo sviluppo di idee e concetti nuovi che possono essere utili nel processo di potenziamento.

Workshop per il trasferimento di competenze:

un workshop è un luogo o un'occasione per lavorare, e non per assistere a una lezione. Vedi "Organizzazione di un workshop". Un workshop deve produrre un risultato; normalmente un documento, una dichiarazione, delle linee guida, ecc.

Se si tratta di un workshop di formazione, allora i partecipanti dovranno dimostrare di aver ottenuto nuove competenze o di aver acquisito nuove capacità organizzative. Nel caso della formazione gestionale, i temi e gli output si collegano in generale alla strategia per il potenziamento comunitario e l'eliminazione della povertà.

Organizzazione (e Riorganizzazione) di incontri e sessioni:

Questo tipo di formazione mira all'organizzazione (in contrasto col semplice trasferimento di conoscenze) specialmente per il management. Usando tecniche come il brainstorming o le quattro domande chiave, il mediatore scrive le risposte dei partecipanti in modo da utilizzarle per l'organizzazione o la riorganizzazione del gruppo decisionale o di un'azione.

Reti di discussione:

Le reti di discussione locali, intranazionali e internazionali:

Così come la difesa di temi fondamentali che portano al potenziamento delle comunità a basso reddito e alla diminuzione della povertà, la condivisione delle esperienze e le reti di discussione con altri gruppi, partecipanti, mobilitatori e altri soggetti interessati, contribuiscono alla realizzazione di questi obbiettivi in maniera più generalizzata.

Informazione pubblica attraverso i media:

Come parte del processo di sensibilizzazione pubblica che promuove alcuni aspetti della strategia, in tutte e tre la fasi è possibile far passare i principi attraverso i media (radio, tv, giornali), come pubblicità, approfondimenti in riviste o documentari o news. Tutte le funzioni pubbliche (celebrazioni, cerimonie, eventi fondamentali) dovrebbero prevedere, ad esempio, la presenza di giornalisti di tutti e tre i media.

Linee guida per la formazione, la strategia e la pianificazione:

Creazione e sviluppo di linee guida per la formazione, la strategia e la pianificazione:

Coordinatori e mobilitatori locali dovrebbero cercare di preparare materiali educativi in un inglese/spagnolo semplice e nelle lingue locali (ricorrendo ad esperti se necessario). Linee guida generali per la formazione possono essere utili per la catalogazione di idee e metodi e possono contribuire ad una generale coerenza e uniformità (utile quando le situazioni cambiano). Le linee guida possono anche essere usate come documenti da distribuire durante workshop e conferenze intranazionali e internazionali.

Sviluppo di materiali didattici generali e locali:

Materiali didattici, basati sulla metodologia e i principi descritti nelle linee guida, devono essere scritti in un inglese semplice (o francese, spagnolo o in un'altra lingua ritenuta adatta) e nella lingua locale se necessario.

Il materiale didattico deve prevedere manuali, dispense, diapositive, documenti stampati, pagine web, guide per i formatori, video, audio, linee guida per il role-playing (gioco di ruolo), giochi, scenette e suggerimenti per la gestione d'aula.

Traduzione e stampa del materiale didattico nelle lingue locali:

La strategia deve preparare linee guida per la produzione di questi materiali e deve finanziarne la creazione a livello locale.

Poster, cartelli e graffiti riproducibili:

Poster, cartelloni, calendari, slogan e citazioni popolari e colorati, legati ai principi della strategia, possono essere prodotti e riprodotti per essere affissi in luoghi pubblici, uffici e nei luoghi di implementazione dei progetti comunitari.

Campagne, competizioni ed eventi pubblici:

Eventi pubblici, come le giornate dell'ONU e di Habitat e altre occasioni, possono essere usate per proporre canzoni, balli, scenette e altri tipi di intrattenimento (evitando discorsi ed arringhe noiose da parte di politici o opportunisti) che spieghino i principi e i metodi della strategia per il potenziamento di comunità a basso reddito e per l'eliminazione della povertà.

Fase C: Ambiente favorevole:

Questa parte della strategia mira a lavorare per un ambiente amministrativo, socioeconomico e politico che incoraggi l'automiglioramento, azioni che mirino alla fiducia in sé stessi, al potenziamento comunitario e all'eliminazione della povertà da parte della comunità.

Linee guida per la creazione e la modifica delle politiche legislative:

Supporto alle commissioni responsabili per le riforme politiche (nei settori di potenziamento comunitario): Vedi "Linee guida per la preparazione di documenti di policy."

Se aiutati, i governi possono creare o rivitalizzare delle commissioni per la produzione di documenti di policy o di riforme legislative. La strategia richiederà il supporto finanziario per gli incontri della commissione (preferibilmente tenuti a rotazione sul territorio e non soltanto nella capitale), per l'affitto dello spazio occupato, il rinfresco, i permessi giornalieri e il supporto tecnico (i tecnici e i mediatori aspirano ad ottenere gli stimoli desiderati durante gli incontri del comitato).

Regolamenti ministeriali:

Linee guida per la creazione o la modifica di regolamenti e procedure ministeriali:

Possono essere preparati dei documenti che descrivano la strategia per supportare le commissioni o chiunque lavori alla creazione di documenti di policy, regolamenti scritti e leggi, linee guida, emendamenti legislativi.

Linee guida per la ONG:

Linee guida dirette a e per le ONG attive nei settori comunitari:

A seconda dello status legale e del grado di accettazione delle ONG (internazionali e locali), può essere offerto ad esse supporto per essere coerenti ed integrate tra loro e con gli sforzi governativi. il supporto può prevedere assistenza finanziaria e tecnica per gli incontri, i workshop per le commissioni e la preparazione, la stampa e la distribuzione di documenti (es. linee guida).

Eventi di sensibilizzazione:

Più il pubblico sarà informato sugli obbiettivi e i metodi della strategia, più l'ambiente sarà favorevole al cambiamento sociale nella direzione desiderata. Gli eventi possono essere conferenze, workshop, competizioni, premiazioni, giochi, scenette, musiche e campagne.

Azioni di informazione pubblica:

Queste includono annunci su cartelloni, radio, Tv e giornali e articoli. Ai giornalisti possono essere offerte delle piccole retribuzioni per fare ricerca e scrivere articoli specifici che illustrino il processo di potenziamento e i metodi usati per la riduzione della povertà.

Amministrazione centrale e Attivazione:

Democratizzazione, decentralizzazione politica e amministrativa, devoluzione, centralizzazione di servizi di sviluppo, modifiche a leggi, regolamenti e pratiche in modo da incoraggiare e supportare il rafforzamento comunitario e la fiducia in sé stessi. Linee guida per la realizzazione di documenti di policy e strumenti collegati (che facilitino il rafforzamento comunitario) in modo che vengano promulgati dal parlamento:

L'assistenza tecnica deve includere linee guida scritte per la preparazione dei documenti di policy, e quelle linee guida incoraggeranno un processo partecipativo e consultivo che coinvolga i soggetti interessati, un ambiente favorevole al rafforzamento comunitario, e consulenza professionale per la produzioni di documenti di policy e strumenti correlati.

Consulenza per la decentralizzazione:

Analisi e consulenza sui requisiti necessari per decentralizzare l'autorità e sui finanziamenti necessari per supportare la gestione della comunità: consulenti esperti nell'analisi e consulenza sui processi decisionali e le implicazioni finanziarie della decentralizzazione.

Assistenza nella riforma delle leggi fondiarie:

Le leggi fondiarie che influiscono sul processo di potenziamento comunitario sono quelle relative alla terra, ai possedimenti terrieri, all'uso della terra. Vedi la "Prospettiva comunitaria nella gestione della terra." 

Devono diventare leggi che facilitino il miglioramento della gestione comunitaria di strutture e servizi, assicurino il rispetto dei diritti umani specialmente considerando le disparità di genere e le minoranze e favoriscano leggi giuste sui possedimenti terrieri e l'accesso alle terre:

Assistenza alla devoluzione:

Supportare il processo di modo che i ministeri si occupino soprattutto di politiche, standard, procedure e linee guida, mentre le amministrazioni locali si interesseranno dell'implementazione, della gestione del personale operativo, della pianificazione, delle decisioni e della gestione:

Il processo di decentramento non eliminerà tutte le funzioni dei ministeri centrali; il loro ruolo si trasformerà in un ruolo di guida, creazione di politiche, di supporto professionale, mentre le funzioni operative verranno trasferite alle autorità locali. Questo richiede assistenza formativa e tecnica per le autorità locali e per i ministeri centrali affichè modifichino il loro ruolo. La strategia necessita dell'assistenza di quei ministeri che si occupano del processo di rafforzamento comunitario (es. dipartimenti di sviluppo comunitario).

Legittimazione delle Organizzazioni Comunitarie:

Assistenza nella definizione e ottenimento di uno status legale e di un'autorità da parte delle organizzazioni comunitarie:

Il supporto consiste nell'assistenza tecnica sopracitata e nel finanziamento di incontri, workshop, nella difesa e guida nell'ottenimento di legittimazione e legalizzazione sia del processo di rafforzamento comunitario che delle organizzazioni comunitarie che ne risultano.

Flusso di informazioni a livello locale-comunitario:

Stabilimento di meccanismi legali e processuali per il passaggio di informazione dal territorio ai comuni e dalle organizzazioni comunitarie alle autorità legali:

I sopracitati requisiti per la gestione dell'informazione necessitano di un ambiente legale e processuale operativo efficiente.

Sostegno:

Sostegno per sensibilizzare e suscitare l'interesse dell'opinione pubblica su queste politiche e questioni legali:

Tutte le attività di informazione pubblica sopracitate, e i contenuti delle sessioni informative e di sensibilizzazione, mirano ad aumentare l'accettazione dei cambiamenti necessari delle leggi, regolamenti, procedure e comportamenti che costituiscono l'ambiente della comunità e del processo di potenziamento.

Sviluppare i curricula:

Assistenza alle istituzioni pubbliche, comprese università e istituti di formazione, nella modifica dei curricula in modo da inserire metodi di partecipazione e le questioni summenzionate:

I professionisti dei ministeri interessati e delle ONG competenti coinvolti nelle iniziative di potenziamento comunitario e di riduzione della povertà necessitano di una formazione specializzata nel settore.

I professionisti accademici possono invece offrire un bacino di professionalità che guidi la strategia. I curricula degli istituti di formazione e delle università, che hanno bisogno di essere aggiornati di tanto in tanto, possono essere seguiti in modo da contemplare le variazioni nella strategia e nella metodologia.

Il sostegno e l'assistenza all'amministrazione centrale è intesa soprattutto a guidare la modifica di leggi, regolamenti e procedure e sostenere la creazione e lo sviluppo di un ambiente favorevole.

Ruolo delle amministrazioni distrettuali e locali:

Supporto per la pianificazione e la gestione partecipativa a livello distrettuale e locale:

Essendo elemento fondamentale per un ambiente favorevole, le competenze delle amministrazioni locali devono essere sviluppate. Le autorità locali devono infatti ricevere elementi di pianificazone e gestione partecipativa e capacità di dialogo e facilitazione per interagire con le comunità.

Formazione delle competenze per la pianificazione e la gestione partecipativa:

La strategia prevede la formazione delle necessarie competenze partecipative, in modo da difendere e promuovere un ambiente favorevole.

Legislazione locale:

Linee guida per lo sviluppo di legislazioni, regolamenti e procedure locali e distrettuali:

Se un consiglio distrettuale ha l'autorità di emanare leggi o regolamenti, la strategia l'assisterà, così come assiste l'amministrazione centrale. Nel frattempo, l'amministrazione distrettuale può ricevere un'assistenza analoga nella modifica dei suoi regolamenti, procedure e atteggiamenti.

Lavorare in network:

Contesti per lavorare in network e condividere esperienze con altri distretti e altri paesi:

Come parte della condivisione, sostegno, facilitazione dell'informazione e del trasferimento di competenze, la strategia necessita del supporto di meccanismi di network quali conferenze, workshop, seminari e incontri con altre autorità locali (e membri delle comunità), sia all'interno che all'esterno della comunità.

I tre principali tipi di persone che hanno influenza sulle comunità sono:

  • Gli impiegati del distretto;
  • i leader e i politici distrettuali e
  • gli esperti tecnici.

Questi sono gli obbiettivi delle campagne di supporto e formazione ai metodi partecipativi.

La natura del loro cambiamento da "fornitori" a "mediatori" varia a seconda della fonte del loro potere. Parte del compito del mobilitatore e del formatore gestionale è di determinare i modi per rendere effettivi questi cambiamenti, basandosi sull'osservazione e l'analisi della situazione.

L'ambiente non-governativo:

Le ONG hanno un ruolo importante nello sviluppo partecipativo. Hanno bisogno di essere guidate e coordinate per assicurare coerenza e sostenibilità.

Le ONG internazionali possono essere divise in due gruppi:

  • quelle che forniscono aiuto, beneficienza e risposte a situazioni di emergenza e
  • quelle che mirano allo sviluppo.

Entrambe hanno il loro ruolo. Le prime possono essere incoraggiate ad aggiungere ai loro obbiettivi il secondo elemento.

Molte grandi ONG internazionali comprendono entrambi gli approcci.

  • Esse forniscono, come maggior contributo, risorse (soprattutto, finanziarie, tecniche e professionali);
  • Spesso prevedono metodi partecipativi come parte della loro politica e
  • spesso aspirano e cooperare con un governo favorevole, specialmente nell'implementazione dei principi e dei metodi previsti dalla strategia.

Il secondo tipo può essere guidato e coordinato come parte di una strategia nazionale, e all'interno dei progetti locali.

ONG locali e nazionali:

Contribuiscono al processo democratico di impegno civile, specialmente nella difesa dei diritti umani. Sono normalmente più deboli da un punto di vista economico rispetto alle ONG internazionali ma possono essere supportate da queste ultime, dall'ONU e da donatori bilaterali;

Esse si dividono in due categorie principali:

  • Organizzazioni comunitarie, piccole organizzazioni volontarie e gruppi di auto-aiuto; e
  • Piccole imprese per la generazione di reddito, travestite da agenzie di volontari.

Entrambe hanno il loro ruolo nella strategia, le prime sono spesso il nostro obbiettivo per il potenziamento delle comunità a basso reddito, le seconde agiscono spesso da piccoli consulenti.

I forum di ONG e organizzazioni comunitarie:

Forum per la creazione e la revisione partecipativa di linee guida per le operazioni delle ONG e delle organizzazioni comunitarie:

Workshop e seminari per la produzione di linee guida e per la revisione a supporto del processo di potenziamento comunitario e dell'eliminazione della povertà. Promuovere relazioni tre gli ufficiali ministeriali (responsabili della produzione di linee guida) e le ONG (che hanno il compito di seguire le linee guida).

Forum ONG-Governo:

Forum per la creazione di un network e di un dialogo tra ONG, organizzazioni comunitarie e governi centrali e locali:

La strategia mira a rafforzare il dialogo tre le ONG, le organizzazioni comunitarie e gli ufficiali di amministrazioni centrali e distrettuali, lo scambio di informazioni, tecniche e esperienze sul rafforzamento comunitario.

Consenso sui metodi:

Consenso su metodi di potenziamento e di eliminazione della povertà sostenibili e coerenti:

Prodotti dai due forum sopra descritti, questi documenti includono dichiarazioni, consensi, linee guida e metodi che producono un ambiente favorevole e incoraggiano la gestione autonoma della comunità e la creazione di ricchezza.

La condivisione di informazioni contribuirà ad una politica nazionale e ad un processo coerenti (ovviamente abbastanza flessibili per tener conto delle diverse situazioni e degli interventi conseguenti).

Accordi sull'assistenza locale e internazionale:

Accordi di assistenza finanziaria e professionale tra le ONG internazionali e locali:

Prodotti anche dai due forum sopra descritti, e attraverso la mediazione di informazioni tra le ONG locali e i loro potenziali finanziatori, questi accordi mirano a creare una certa coerenza nazionale e ad assicurare che i metodi indicati nelle fasi A e B di questa strategia siano seguiti.

Supporto ai metodi partecipativi:

Assistenza nel supporto e nella formazione per il potenziamento comunitario e l'eliminazione della povertà attraverso metodi partecipativi:

La strategia sostiene sia le ONG Internazionali che quelle locali, con, ad esempio, supporto finanziario e sessioni formative che incoraggino la coerenza, la sostenibilità e la coordinazione tra le ONG, e con le amministrazioni centrali e distrettuali coinvolte nell'eliminazione della povertà e nel rafforzamento comunitario.

La strategia mira ad un ambiente che porti le ONG e le organizzazioni comunitarie a collaborare con le amministrazioni di tutti i livelli, con le comunità e con il settore privato.

Conclusioni:

La strategia si compone di tre fasi correlate e integrate, tutte miranti al potenziamento delle comunità a basso reddito nella presa di decisioni e nell'intraprendere azioni per il loro sviluppo. La prima ha come obbiettivo la comunità stessa, e prevede la sensibilizzazione della comunità e la successiva organizzazione e mobilitazione per far sì che si impegni in attività di auto-aiuto determinate dalla comunità che decide le sue priorità.

La seconda fase porta lo sviluppo comunitario tradizionale un passo oltre e offre formazione manageriale. Questo tipo di formazione va oltre il trasferimento di competenze, e viene usato come meccanismo di ristrutturazione istituzionale tramite l'organizzazione comunitaria. La terza mira all'ambiente politico ed amministrativo in cui si trova la comunità e assiste le amministrazioni e le autorità centrali e locali, e le agenzie non governative, a creare una maggiore fiducia in sé stessi e partecipazione nelle comunità.

Il materiale didattico di queste pagine è indirizzato ai soggetti interessati al processo interno alla strategia.

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Ultimo aggiornamento: 19.10.2011

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