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EMILE DURKHEIMdi Phil Bartletraduzione di Lorenzo RaimondiMateriale per la formazioneUn breve riassuntoIl pensiero e il metodo di Durkheimpossono essere analizzati da diverse angolazioni. Egli voleva che la sociologia fosse una scienza distinta dalle altre discipline accademiche. Intendeva seppellire il cosiddetto "riduzionismo", riducendo il più possibile le spiegazioni dei fenomeni sociali che si rifacevano a casi psicologici o individuali. Durkheim ci ha dato una prima comprensione della prospettiva sociologica: sebbene cultura e società siano dentro di noi come individui, ci trascendono. I suoi studi sul suicidio sono importanti proprio perché ci rivelano questa visione. Il suicidio non è un atto che si può facilmente studiare interrogando i singoli –– chi riesce in questo particolare intento è solitamente morto, mentre chi fallisce ha in genere usato il tentato suicidio come grido d'aiuto, e poche (o nulle) sono le informazioni che può fornirci sui "casi di successo". Durkheim ha analizzato il tasso dei suicidi notando come questo variasse per paese, regione, sesso, stato civile e religione, ma anche come rimanesse stabile per ogni categoria. Coniò il termine "fatto sociale" riferendosi a quelle percentuali, e affermò che occorreva spiegare i fatti sociali attraverso altri fatti sociali, escludendo quelli biologici o della psiche. Disse che il nostro grado di connessione ai piccoli gruppi che abbiamo intorno ci porta ad essere maggiormente integrati alla società più generale. Gli individui con basso grado di connessione/integrazione, che chiamò "anomici", avevano più probabilità di avere meno spinte a conformarsi ai valori e alle aspettative sociali, e quindi più probabilmente avrebbero commesso il suicidio o altre azioni considerate riprovevoli. Il concetto di fatto sociale è antecedente al pensiero di Kroeber, il quale coniò termine "superorganico." Durkheim studiò la "colla" che tiene insieme la società, individuandola nella solidarietà, e suggerendo che in società più semplici la solidarietà è basata su somiglianza e conformità. Chiamò questo tipo di solidarietà "meccanica". In società più complesse, dove non solo c'è maggiore divisione del lavoro nelle aree produttive ed economiche, ma anche una maggiore diversità di ruoli e responsabilità in genere, le persone sono tenute insieme dall'interdipendenza degli uni con gli altri. Durkheim ha proposto la prima analisi sociologica delle relazioni tra individui e società, contraddicendo le nozioni e il senso comune allora vigenti. Il senso comune infatti suggerirebbe la società come composta e controllata da individui, laddove Durkheim ha mostrato che sono invece gli individui ad essere un prodotto della società: questa possiede diverse caratteristiche che vanno oltre l'individuo e che non possono essere spiegate attraverso il suo comportamento. La prospettiva classica, il funzionalismo, è figlia del pensiero di Durkheim. Un altro punto importante (non di Durkheim, ma mio) è che occorrerebbe evitare l' antropomorfizzazione della società e della cultura. Ho scritto qualcosa in proposito nella sezione "parole chiave" del sito community empowerment. La società non può pensare o provare qualcosa, non può vedere né fare molte delle cose che gli esseri umani fanno. Questo è parte della prospettiva sociologica. vedi parole chiave: Fatto sociale. ──»«──Se si copia il testo da questo sito, si prega di riconoscere l'autore (i) |
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