MANUALE PER LA GENERAZIONE DELLA RICCHEZZA
ISBN:
92-1-1314 03-8 ─ UN: HS/544/98
traduzione
di Porzia Persio
Non
è povero chi ha poco Ma
chi vuole molto.
Thomas
Fuller
Prefazione:
Questo
è il secondo di tre manuali destinati ai lavoratori sul campo. Gran parte
di chi lavora per lo sviluppo delle comunità è impegnato nella generazione
o creazione di ricchezza pubblica o collettiva (accesso a strutture di insediamento
umano o servizi quali scuole, cliniche, strade, mercati, forniture idriche e sanitarie).
Il primo manuale (Manuale del mobilitatore) si concentra su quei problemi. Questo
invece si concentra maggiormente sulla ricchezza privata (singola o familiare), su
come la povertà possa essere ridotta grazie alla piccola o microimpresa e
su come il mobilitatore comunitario possa contribuire al suo sviluppo.
Questo
manuale è il risultato di sei anni di mobilitazione e formazione alla gestione comunitaria
del PGC (Programma di Gestione Comunitaria) dell'Uganda, eseguito dall'UN-HABITAT
(Habitat) e avviato dalla Direzione per lo Sviluppo Comunitario del Governo dell'Uganda.
Nel corso degli anni abbiamo appreso non poche lezioni, alcune da successi, altre
da fallimenti. Grazie a ciascuna abbiamo potuto notare la forza potenziale e la sorprendente
capacità di ripresa delle comunità.
Quel
che siamo arrivati a capire è che tutte le comunità, non importa quanto povere,
hanno risorse (molte ancora da identificare) che possono essere sfruttate, così
che sia queste, che l'intera nazione, possano svilupparsi. Per sfruttare tali enormi
risorse nazionali c'è bisogno di mobilitazione e formazione manageriale. Questo
manuale spiega in che modo far circolare tali potenziali risorse per uno sviluppo
sostenibile. È destinato ai governi, alle ONG, ai mobilitatori professionali e volontari
ovunque; non si limita all'Uganda. Ci auguriamo che vi sia utile.
Phil
Bartle, consigliere tecnico principale Laban
Mbulamuko, coordinatore nazionale Programma
di Gestione Comunitaria 1992-1998
Questo
è il secondo di tre manuali destinati ai mobilitatori comunitari. Si accompagna
al "Manuale
del mobilitatore"
e al "Manuale
di monitoraggio e valutazione".
Mentre il primo si prefigge di combattere la povertà con la creazione di ricchezza
di natura collettiva (per esempio con accessi pubblici e/o di proprietà pubblica),
questo manuale punta alla creazione di ricchezza (combattere la povertà) per la
proprietà privata (dei singoli e delle loro famiglie) attraverso la microimprenditorialità.
Questo
è un libro della serie "come si fa" per i lavoratori impegnati nello sviluppo comunitario
il cui scopo è aiutare a sradicare la povertà. Ci sono molti modi diversi per promuovere
la generazione della ricchezza; questo è uno.
Il
manuale inizia con un'analisi della povertà e delle sue cause e consiglia quelle
azioni atte a eliminarla. Continua poi con l'osservazione dell'uso della combinazione
di credito e formazione per promuovere l'imprenditorialità. Seguono alcuni suggerimenti
su come organizzarsi in gruppi. La parte successiva descrive le competenze che dovrete
trasmettere a chi vuole diventare imprenditore. Infine, che cosa si richiede per
la conduzione di una microimpresa autosufficiente.
Il
manuale illustra un minimo di teoria e storia; si concentra in particolare su ciò
che voi, in quanto mobilitatori comunitari, dovete conoscere e quali competenze vi
servono per stimolare la riduzione della povertà.
1.
Povertà e ricchezza:
Il
nostro obiettivo a lungo termine è lo sradicamento della povertà. Non la elimineremo
alleviando temporaneamente il disagio e la sofferenza causati da essa: si tratta
dei sintomi. Dobbiamo identificare le cause della povertà e neutralizzare tali potenti
forze negative. Dobbiamo escogitare dei metodi per creare autentica ricchezza in
quanto sostenibile processo di crescita.
Tutti
i grandi leader militari vi diranno che, per sconfiggere il nemico, dovete sapere
tutto su di lui. Se vogliamo sconfiggerla, dobbiamo dunque conoscere bene la povertà
(e non soltanto i suoi sintomi) così come la ricchezza.
Questo
manuale non vi dice tutto sulla povertà, ma ve ne presenterà gli elementi salienti,
indicandovi come imparare da soli. Prendete queste idee, scrivetele nel vostro diario,
rifletteteci sopra, sviluppatele, mettetele alla prova, discutetele con amici e colleghi
nei laboratori e seminari, durante gli intervalli. Usate il manuale come punto di
partenza.
1.1.
Una prospettiva alternativa:
Se
si vogliono comprendere la natura e le cause di povertà e ricchezza, dobbiamo prima
liberarci da alcune opinioni comuni. La povertà non è semplicemente l'assenza di
denaro. La ricchezza non è semplicemente il possesso di denaro. Povertà e ricchezza
vanno ben oltre l'assenza o la presenza di denaro.
Il denaro si
può talvolta usare come misura della ricchezza, un mezzo per conservare la ricchezza
e un'utile serie di simboli per lo scambio della ricchezza. Il denaro tuttavia non
è ricchezza, e la natura della povertà è di gran lunga più interessante e problematica
della mera mancanza di denaro. Se partiamo dall'idea radicale o rivoluzionaria che
la ricchezza
sia
ben più che il denaro, e che la povertà sia ben più della sua penuria, potremo
allora imparare come attaccare vittoriosamente il nemico comune: la povertà.
Non
si vuole con questo minimizzare l'importanza del denaro. Nella nostra lotta contro
la povertà il denaro rappresenta uno strumento di enorme utilità. Gran parte del
"come fare" in questo manuale illustra in che modo si può usare il denaro per combattere
la povertà e generare ricchezza. Ricordate, il denaro da solo non eliminerà la
povertà.
In
quanto lavoratori comunitari, vi servono tre cose per contribuire all'eliminazione
della povertà: (1) comprensione di concetti e principi, (2) competenze in formazione,
facilitazione e organizzazione, nonché (3) caratteristiche personali, comprese integrità,
motivazione e creatività. Perciò, senza essere troppo teorici, i primi due capitoli
del manuale vi guideranno verso quei principi e concetti che dovete capire.
1.2.
Ricchezza:
Se
denaro e ricchezza non sono la stessa cosa e la sola aggiunta di denaro non eliminerà
la povertà, che cos'è dunque la ricchezza e come ci aiuterà a combattere la povertà?
Se
consideriamo la definizione di ricchezza data dagli economisti, saremo più vicini
a capire come viene usata nella lotta contro la povertà. Gli economisti parlano
di "beni
e servizi" con valore,
ma persino i "beni" hanno valore soltanto nella misura in cui forniscono
un servizio. Il concetto chiave qui è il valore. Qualcosa ha valore relativo
secondo due attributi: (1) se è relativamente utile (ha utilità) e
(2) se è relativamente scarso.
Chiunque
di noi si sia trovato a corto di quattrini pensa di sapere che cosa sia la povertà.
Tuttavia l'esperienza della povertà individuale, che viene alleviata dal ricevere
denaro, è molto diversa dal problema sociale della povertà,
che è un problema di tutta l'economia. Il problema sociale della povertà è la
mancanza di ricchezza, non quella di denaro. Per le persone con un reddito basso,
povertà è anche il modo in cui la ricchezza viene distribuita nella società. Se
si aggiunge denaro al sistema, si crea soltanto inflazione, il che non libera la
società dalla povertà. La risposta alla lotta contro la povertà, il problema sociale
quindi, non è aggiungere denaro, bensì creare o generare ricchezza; ecco perché
il titolo del manuale parla di generazione di ricchezza e non semplicemente di generazione
di reddito.
Si
possono fare tre cose con la ricchezza: (1) consumarla, (2) conservarla, (3) investirla.
Come
spiegazione prendiamo l'esempio di una contadina africana. Poiché la stragrande
maggioranza di contadini nel continente sono donne e ragazze, diremo "lei", ma non
discrimineremo o trascureremo gli uomini. Diciamo che lei ha appena completato un
raccolto di granturco. Può (1) consumarlo, (2) conservarlo o (3) investirlo. Può
cucinarlo e mangiarne un po' con amici e parenti, cioè (1) consumarlo. Può metterne
via un po' in un contenitore, cioè (2) conservarlo. Se parassiti e insetti distruggono
parte del granturco conservato, la chiameremo una sfortunata forma di consumo. Può
anche mettere da parte del granturco da usare per la semina, piantarlo e coltivare
altri raccolti in futuro. È questo (3) l'investimento della sua ricchezza, il granturco
(che è relativamente scarso e utile).
La
chiave per incrementare la ricchezza in un sistema economico è dunque l'investimento:
si rinuncia al consumo immediato nel presente o nel breve termine al fine di produrre
maggiore ricchezza nel futuro. Il nostro complesso mondo moderno non è semplice
come le tre scelte della contadina, ma il principio resta lo stesso: l'investimento
porta all'incremento della ricchezza e alla sconfitta della povertà.
1.3.
Povertà:
Che
cosa causa la povertà
e
il problema sociale della povertà? La mancanza di denaro è la misura
e il sintomo della povertà, non la causa. Trattando
i sintomi non si cura la malattia. Le cause del problema sociale della povertà risiedono
in diversi fattori, specialmente nei grandi
cinque:
malattie, ignoranza, disonestà, apatia e dipendenza.
Le
malattie rendono meno produttiva la forza lavoro della società. Malattie e morte
riducono uno dei tre principali fattori di produzione: la manodopera umana. Le malattie
si possono contenere comprendendo meglio come prevenirle e assicurandosi che la ricchezza
pubblica rivolta alla prevenzione e alla cura non sia dirottata verso guadagni personali
illeciti. Quindi i fattori della povertà sono interconnessi: disonestà e ignoranza
contribuiscono alle malattie, e tutti e tre contribuiscono alla povertà.
L'ignoranza,
come già menzionato altrove, non è qualcosa di cui vergognarsi, è
un puro e semplice fatto. È causata dall'isolamento, cosicché alcune
persone non conoscono qualcosa soltanto perché non ne hanno mai sentito parlare
(informazione). Altri fattori di povertà possono contribuire all'ignoranza,
incluse malattie e disonestà. Entrambi questi fattori contribuiscono alla
minor disponibilità di istruzione e informazione.
La
disonestà, a sua volta, è una delle principali cause di povertà in quanto problema
sociale. Quando una persona in una posizione di responsabilità dirotta cento unità
di valore per il suo uso personale, la società in senso lato può perdere molto
più di queste cento unità che avrebbero potuto contribuire allo sviluppo e alla
riduzione della povertà. Ciò fa parte di quello che gli economisti chiamano "effetto
moltiplicatore". La disonestà prospera in un'atmosfera di apatia, ignoranza e dipendenza:
un altro esempio di interconnessione dei fattori di povertà.
Notate
bene che questo non è un giudizio morale. Non diciamo che disonestà, malattie, ignoranza e apatia
siano il male. Lasciamo che siano i nostri leader religiosi a insegnarci che cosa sia giusto o sbagliato.
Questa non è che un'analisi scientifica (scienza sociale) dei fattori di povertà. Per combattere
il problema sociale della povertà (se tale è la decisione della gente) è necessario identificare
e analizzare le cause della povertà.
Questi
fattori a loro volta sono il risultato delle cinque cause chiave: apatia, malattie,
disonestà, dipendenza e ignoranza.
La
mancanza di strutture e servizi collettivi d'insediamento umano è di pertinenza
della proprietà pubblica o di gruppo. Queste includono mancanza di accesso alle
strutture sanitarie e scolastiche, mancanza di infrastrutture quali strade, mercati,
elettricità o telefono, e di altre infrastrutture collettive come pulizia, acqua
potabile e forniture alimentari affidabili.
Queste
forme di ricchezza collettiva differiscono dalla proprietà personale, in cui la
povertà si manifesta in salari bassi o nulli, mancanza di terra e altri possedimenti,
mancanza di capitale privato (strumenti, edifici, fabbriche) e mancanza di competenze.
L'attacco alla povertà nel settore collettivo è descritto più dettagliatamente
nel primo di questi manuali, il "Manuale
del mobilitatore".
Questo invece si concentra sulla formazione del capitale privato e sulla riduzione
della povertà stimolando la microimpresa privata.
1.4.
Investimenti:
Questo
metodo consente di avviare, a livello estremamente basso, un investimento privato
che, qualora attecchisse e crescesse, contribuirebbe alla creazione della ricchezza
a livello nazionale e allo sradicamento della povertà.
La
ricchezza esistente può essere diretta al consumo o all'investimento. Il granturco,
in quanto alimento, è un esempio di bene di consumo. La zappa usata per preparare
la terra da coltivare è un esempio di bene capitale. Un bene capitale non
può essere direttamente consumato, ma può contribuire all'aumento ulteriore
della ricchezza. Investimento significa dirigere la ricchezza verso la produzione
di capitale necessario per far accrescere la ricchezza nella comunità e società.
Questo manuale vi mostra come avviare un investimento.
Una
produzione su piccola scala, soprattutto la lavorazione iniziale di prodotti agricoli,
è eseguita in modo massimamente efficace da singoli imprenditori. Tale lavorazione
iniziale è di grande necessità in tutto il continente ed è il
settore più promettente nella riduzione della povertà su larga scala.
Il vostro lavoro di mobilitatori è di spingere i singoli, soprattutto le donne
(anche i giovani disoccupati, i disabili, i più deboli) a divenire creatori
di ricchezza, cioè singoli imprenditori extra-agricoli che lavorano i raccolti.
2.
Crediti e investimenti:
Il
metodo esposto nel manuale consiste nel presentare il credito agli aspiranti imprenditori,
i quali utilizzeranno poi i risparmi di altri (come prestiti) per dirottarli da un
progetto estemporaneo verso l'investimento e la creazione di ricchezza.
Quando
qualcuno prende in prestito del denaro, non lo riceve come regalo; dovrà restituirlo.
Se non lo restituirà, il debitore commette un furto e dà prova di disonestà. Se
c'è l'idea diffusa che il denaro prestato non debba essere restituito, allora la
disonestà è uno dei cinque grandi fattori di povertà come problema sociale.
Le
cause di una mancata restituzione dei prestiti possono anche essere innocenti: aspettative
irrealistiche (da parte di entrambi i creditori e debitori) quando si è richiesto
il prestito. Un prestito irrealistico può causare la perdita della fiducia e la
rottura di amicizie. Ha anche provocato la bancarotta di molti governi.
Come
mobilitatori nella vostra crociata contro la povertà, avrete la responsabilità
di assicurarvi che i prestiti intesi a creare ricchezza non siano irrealisticamente
troppo alti. Dovrete avere l'onestà di dire a voi stessi, riguardo a ogni prestito
che approverete o consiglierete, che esso potrà essere restituito al 100%. Qualora
così non fosse, contribuirete al persistere della povertà. Come dissero Eldritch
Cleaver e Malcolm X: "Se non siete parte della soluzione, allora siete parte del
problema".
2.1.
Valore aggiunto:
Ricordate
la storia precedente della contadina e delle sue scelte su come usare il raccolto
di granturco? Abbiamo detto che avrebbe potuto consumarlo, conservarlo o metterne
un po' da parte per la semina. Una quarta alternativa è un'altra forma di investimento:
potrebbe lavorarlo. Il granoturco macinato ha più valore di quello non macinato.
Aggiungendo fattori di produzione (terra, lavoro, capitale), la contadina può aggiungere
valore al proprio granoturco (o a quello di altri) macinandolo.
La
lavorazione del granoturco crea ricchezza. Non succede da sola: la contadina deve
introdurre più fattori, quali capitale (gli strumenti, compresi una macina), terra
(un posto dove macinare) e lavoro (macinare il granturco; estrarne la farina). Se
il valore del risultato, il granoturco macinato, è maggiore del valore combinato
del granoturco inizialmente non macinato e dei costi di produzione della macinazione,
allora quell'attività ha generato ricchezza reale (e non soltanto denaro). In questa
storiella troviamo l'essenza della lotta alla povertà su scala continentale. Questo
è il "valore aggiunto".
Gran
parte dell'Africa, anzi gran parte dei paesi in via di sviluppo, è agricola. Alcune
coltivazioni vengono esportate per ricavarne denaro, gran parte viene consumata dai
produttori. Uno dei principali elementi mancanti è la lavorazione iniziale (per
non dire della conseguente) dei prodotti agricoli. Se riuscissimo a trovare un modo
per colmare questa lacuna, aiutando le donne nella lotta contro la povertà personale
e familiare, allora sosterremmo una battaglia rivoluzionaria nella guerra contro
la povertà. Un compito importante è quello di identificare un settore con "valore
aggiunto", in cui il valore aggiunto contribuisca a sradicare il problema sociale
della povertà endemica.
2.2.
Utilizzare il denaro in prestito per creare ricchezza:
Il
denaro prestato dal creditore e preso in prestito dal debitore è un credito. Il
"capitale" del prestito è la cifra in prestito. L'"interesse" del prestito è il
valore "in affitto" per l'ottenimento e l'utilizzo del prestito. Costi di servizio
possono venir aggiunti in quanto costi ulteriori per ottenere in prestito del denaro.
La
contadina che investiva mettendo via parte del raccolto per la semina, investiva
la propria ricchezza reale. Il gruppo target a cui mirate (i beneficiari), donne
con basso reddito, possono non aver abbastanza ricchezza propria da investire. Altri
possono aver messo via della ricchezza che vorrebbero "affittare" (per un compenso,
l'interesse) a terzi affinché lo investano. Questo è il credito in quanto risorsa
disponibile.
Non
date al vostro gruppo target denaro (donazioni) come capitale da investimento; non
distribuite macchine per cucire gratis; ciò li porta alla dipendenza da una fonte
insostenibile come fattore di produzione. Date loro invece un po' di formazione e
assisteteli nell'ottenimento dei crediti. Questi devono essere prestiti realistici
che possono venir utilizzati come investimenti per creare ricchezza e ripagati sia
nel capitale che nell'interesse con la ricchezza che hanno creato.
2.3.
Perché crediti e non donazioni?
Il
manuale principale a cui questo si accompagna (Manuale
del mobilitatore
)
poneva in evidenza l'importante principio del potenziamento e rafforzamento. Se non
tenete i muscoli allenati, questi si atrofizzeranno (si indeboliranno); se sollevate
dei pesi, le braccia si rafforzeranno. Se si dà tutto a una comunità, questa non
diventerà autosufficiente. Se date denaro gratis a un imprenditore, lo abituerete
alla dipendenza da donazioni o beneficenza.
Se
una persona vuole avviare un'attività, le occorrerà del capitale finanziario per
iniziare. Se le darete il denaro, la abituerete a essere dipendente. Quel capitale
finanziario ha un valore e si dovrebbe pagare un compenso onde possederlo temporaneamente
e utilizzarlo. Quel "compenso" per l'uso del denaro di altri è l'"interesse" che
si dovrebbe pagare sul prestito. Proprio come si paga l'affitto per l'alloggio al
proprietario di una casa, così chi prende a prestito del denaro dovrebbe pagarne
gli interessi a chi glielo ha prestato.
Si
dovrebbe anche ripagare il debito. Questo non è un regalo, un'elemosina o beneficenza,
bensì un fattore o risorsa commerciale in prestito, e quindi da restituire. La casa
affittata, così come il denaro prestato, resta di proprietà di chi la possiede
(il padrone, il creditore).
Se
si permette a un imprenditore di essere inadempiente (non ripagare il debito contratto),
si verificheranno due disservizi: (1) verso il singolo e (2) verso la comunità e
società nel loro insieme. L'imprenditore sarà portato a crogiolarsi nella dipendenza
e disonestà (due fattori fondamentali nel problema sociale della povertà) e voi
contribuirete alla cattiva gestione e perdita del capitale nel sistema economico.
L'imprenditore avrà perso l'importante lezione di potenziamento personale che è
portare avanti un'attività autosufficiente, mentre la società perderà il potenziale
per la crescita economica e lo sradicamento della povertà.
Notate
come non sia stato espresso un giudizio morale sull'inadempienza. Non rimettere un
debito al suo creditore (il che è un furto) può essere immorale o criminale, ma
è compito delle nostre guide religiose e dei nostri legislatori occuparsene. Un'analisi
di scienza sociale si limita semplicemente a indicare come ciò rinsaldi il problema
sociale della povertà.
L'esigenza
di sottolineare che non si debbano concedere donazioni, che i debiti vadano rimessi
e ripagati con gli interessi, sono tre buone ragioni perché i prestiti iniziali
a debitori inesperti (il vostro gruppo target) debbano essere piccoli (cioè a portata
di tasca) e perciò maggiormente rimborsabili.
2.4.
Che cosa sono i tassi d'interesse?
Se
l'obiettivo è formare nuovi imprenditori rendendoli in grado di creare e mantenere
attività redditizie, allora i prestiti non saranno loro elargiti gratis e gli interessi
non agevolati.
Molti
di primo acchito potrebbero obiettare: "Ma quelle donne sono povere! Non dovremmo
costringerle a pagare gli interessi sui prestiti, sono troppo povere!". Il sentimento
è lodevole, ma l'analisi labile. Vogliamo abituare queste donne a rimanere povere
o vogliamo renderle più forti? Se vogliamo istruirle a divenire autosufficienti
e a creare ricchezza, dobbiamo istruirle a ideare un'impresa redditizia, una che
renda profitti abbastanza alti da pagare il valore di mercato dell'"affitto" (interessi)
derivante dall'uso di denaro altrui. È meglio guidarle nel progettare un'attività
su piccola scala, far loro guadagnare esperienza, prendere in prestito meno denaro,
ottenere un profitto onesto e ripagare il credito con gli interessi.
Assicuratevi
che i partecipanti al vostro gruppo target siano fin dall'inizio forti abbastanza
da pagare il tasso d'interesse di mercato, lo stesso applicato da una banca privata
o statale.
2.5.
Quali dimensioni del prestito?
Il
prefisso "micro"significa molto piccolo, esiguo. Questa metodologia è
destinata a persone con un reddito molto basso senza esperienza negli affari. Microimpresa.
Se qualcuno ha già un'attività di successo e necessita di un prestito
di 50.000.000/= ($50.000), allora non fa parte del gruppo target e dovrebbe cercare
altrove.
Questo
schema è destinato a singoli che inizialmente prenderanno in prestito tra i 10.000/=
e i 100.000/= (da $10 a $100) e li utilizzeranno per generare ricchezza. Se avranno
successo la prima volta, faranno un profitto, terranno registri curati, pagheranno
gli interessi e il capitale, allora potranno ottenere un secondo e maggiore prestito.
Se si spazia tra 10 e 100, non tutti i prestiti potranno ammontare a 100. La media
starà tra 50 e 60.
Il
secondo prestito può essere da due a venti volte superiore al primo, a seconda di
quanto prontamente questo sia stato ripagato e sul profitto ottenuto una volta pagate
tutte le spese, inclusi interessi e manodopera. Se non riescono a ottenere un profitto
su un prestito di 100.000/= ($100), non possiamo aspettarci che lo ottengano con
1.000.000/= ($1.000).
Il
terzo prestito può essere da due a venti volte superiore al secondo, di nuovo in
base al livello di successo di quest'ultimo. Il vostro compito come mobilitatori
è di mettere alla prova ciascun partecipante che sia un potenziale imprenditore.
Ne parleremo più diffusamente nel quinto capitolo.
Molto
spesso la partecipante sarà ingenuamente ottimista e chiederà un prestito maggiore
di quanto non sia la sua capacità di utilizzarlo per generare ricchezza e ottenere
profitti. Essa dovrà presentare una proposta d'affari realistica che fondi un'impresa
redditizia, non una basata su ignoranza e pii desideri.
Mantenere
bassi i prestiti iniziali è un importante contributo all'autosufficienza.
3.
Organizzare i gruppi:
Ricordate
che questo manuale, così come gli altri due, è destinato ai mobilitatori o animatori
comunitari. Qual è la dote più importante per un mobilitatore? È la capacità
di organizzare un gruppo per l'azione. Potrebbe ora suonare strano che il metodo
da noi proposto per generare ricchezza sia rivolto al singolo individuo (l'imprenditore
a basso reddito), pur necessitando dell'abilità di facilitatore del gruppo del mobilitatore
comunitario. Quando però guardiamo a questo metodo nel suo insieme con maggior attenzione,
ci sembra meno strano. Alcuni elementi essenziali di tutto il metodo implicano la
formazione dei singoli, altri l'organizzazione dei gruppi.
Siete
già competenti ed esperti come mobilitatori comunitari (vedi il "Manuale del mobilitatore")
decisi a combattere la povertà collettiva promuovendo progetti comunitari di auto-aiuto.
Ora potrete aggiungere ai vostri strumenti i concetti, i principi e la metodologia
di questo manuale e trovare come usare ulteriormente le vostre idee e competenze
nella mobilitazione.
La
piramide che organizzerete ha un gruppo ombrello sulla cima, da cinque a sette gruppi
fiduciari nel mezzo e i singoli imprenditori alla base. Ogni singolo fa parte di
un gruppo fiduciario e tutti del gruppo ombrello. I singoli ricoprono diversi ruoli
come allievi e partecipanti a ogni livello della piramide. Essi creano le attività
di microimpresa che producono l'agognato "valore aggiunto" e sono i partecipanti
e membri dei gruppi che ne facilitano le attività.
3.1.
Gruppi fiduciari:
Un
gruppo fiduciario è composto da cinque a sette individui, di solito donne, che si
conoscono e si fidano l'una dell'altra. Come mobilitatori, costituirete diversi gruppi
fiduciari da un più ampio (20-40) gruppo comunitario. Darete a ciascuna delle partecipanti
un foglio su cui scriverà il proprio nome, tirerà una riga e nominerà altre cinque
persone di fiducia a cui affidare il proprio denaro. In questo caso è utile avere
un paio di assistenti. Poi, in segreto, prenderete i fogli e dividerete le partecipanti
in gruppi.
Se
una delle partecipanti non verrà nominata in nessuna lista, allora non entrerà
nel gruppo fiduciario. Potrà lamentarsi, ma dovrete ribadire fermamente che le servono
almeno quattro o cinque altre donne che la trovino affidabile prima di entrare a
far parte del gruppo fiduciario.
Col
passare del tempo alcuni potrebbero lasciare il gruppo: perderanno interesse, emigreranno,
troveranno un'occupazione remunerata, e così via. Il gruppo fiduciario dovrà dunque
decidere per consenso di eliminare quei nomi dalla partecipazione al gruppo. Di contro
una persona potrebbe essere, o diventare, nota a un gruppo fiduciario e voler entrarvi
a far parte. Potrà farlo sempre che non si superi il tetto delle sette persone e
se viene unanimemente accettata dalle altre. Sebbene non sia necessario, potreste
chiedere a ogni gruppo di darsi un nome, serio o scherzoso se vogliono. La scelta
del nome dovrebbe avvenire per consenso tra tutti i membri del gruppo. Se un altro
gruppo ha scelto già un nome, menzionatelo, così da evitare doppioni.
Ciascun
gruppo fiduciario sceglierà all'unanimità un membro a cui affidare il proprio denaro.
Non dovrà essere necessariamente alfabetizzato, ma deve godere della fiducia degli
altri membri. Tra una riunione e l'altra, questo "fiduciario" (o tesoriere) terrà
il denaro di tutto il gruppo.
Ciascun
gruppo fiduciario dovrebbe riunirsi preferibilmente una volta alla settimana e ogni
membro versare la stessa quantità di denaro al tesoriere. Una persona può detenere
la doppia appartenenza e versare una somma doppia. Ciascun gruppo fiduciario deve
concordare sulla conformità del versamento settimanale con quanto stabilito dal
gruppo ombrello (tutti i membri del gruppo fiduciario sono anche membri del gruppo
ombrello).
Come
con i tradizionali gruppi di rotazione del credito, il gruppo fiduciario può mettersi
a fare altro durante le sue riunioni settimanali. Ciò varia da gruppo a gruppo,
da comunità a comunità, da paese a paese.
Il
vostro compito è di organizzare da cinque a sette gruppi fiduciari per ogni gruppo
ombrello.
3.2.
Gruppo ombrello:
In
seguito organizzerete e mobiliterete un più ampio gruppo "ombrello" (composto da
tutti i gruppi fiduciari) per parcellizzare il capitale (le banche non vogliono elargire
piccoli prestiti) e per formare nelle competenze richieste relative a investimenti,
imprenditorialità e produzione. Il gruppo ombrello è in cima alla piramide (che
state organizzando). Ogni membro di ogni gruppo fiduciario è automaticamente membro
del gruppo ombrello. Nessuno può essere membro del gruppo ombrello se non fa parte
di uno dei gruppi fiduciari costituenti. In quanto mobilitatore non dovreste far
parte di nessun gruppo ombrello. Voi organizzate.
Ciascun
gruppo ombrello dovrebbe avere un nome scelto da tutti i suoi membri: uno slogan
di incoraggiamento, buona fortuna, saggezza, futura prosperità o una frase ugualmente
positiva. Contrariamente ai gruppi fiduciari, il gruppo ombrello dovrebbe essere
più strutturato, magari con un esecutivo standard di presidente, vice, segretario,
tesoriere, altri funzionari (come ritenuto necessario dal gruppo) e un paio di membri
nell'insieme. Nell'esecutivo dovrebbe trovarsi almeno un membro da ognuno dei gruppi
fiduciari.
Il
gruppo ombrello dovrebbe riunirsi da ogni tre a cinque settimane, preferibilmente
sempre lo stesso giorno alla stessa ora. Tutti i membri di ogni gruppo fiduciario
dovrebbero essere presenti. I membri dell'esecutivo che perdessero più di due o
tre riunioni consecutive (a scelta del gruppo), dovranno venir sostituiti da membri
più attivi o partecipativi. I compiti principali del gruppo ombrello sono: (1) prendere
versamenti o contributi regolari dai gruppi fiduciari, (2) parcellizzare un grosso
prestito bancario in piccole parti che andranno ai gruppi fiduciari, (3) ricevere
i rimborsi dei prestiti dai gruppi fiduciari.
Durante
le riunioni del gruppo ombrello tutti i pagamenti di questo tipo dovrebbero essere pubblici, annunciati
a voce, registrati e resi il più trasparenti possibile. Aiutate ciascun gruppo ombrello a sviluppare
uno stile aperto nel fare pagamenti in ogni direzione. Un membro appositamente designato dovrebbe
annunciare ad alta voce la provenienza di ciascun pagamento, il suo scopo e la destinazione. Al
tempo stesso un'altra persona (per esempio il tesoriere) registra ogni pagamento nell'apposito
libro mastro. Ciascun partecipante (per esempio il fiduciario di un gruppo fiduciario) dovrebbe
alzarsi e portare il denaro sul pavimento e contarlo affinché tutti lo vedano. Rendete questo rituale
pubblico.
Un'altra
responsabilità del gruppo ombrello è quella di decidere e stabilire la somma di
denaro e gli intervalli per i contributi dei singoli ai gruppi fiduciari.
Il
gruppo ombrello diviene quindi il solo "individuo legale" o parte a trattare con la banca, aprire
un conto di risparmio, versare i depositi, negoziare un prestito (amalgama di tutti i singoli piccoli
prestiti ai singoli, incanalati attraverso i gruppi fiduciari); prende un solo grosso prestito
e lo divide in prestiti di proporzioni medie per i gruppi fiduciari che lo parcellizzeranno ulteriormente
e lo distribuiranno ai propri singoli membri.
I
gruppi fiduciari e il gruppo ombrello sono composti dagli stessi individui e si complementano
l'un l'altro nei ruoli e nelle funzioni. Presi insieme formano una piramide, nesso
vitale tra la banca (o altra agenzia di credito) e i singoli imprenditori.
3.3.
Gruppi di formazione:
La
formazione ha luogo a tutti e tre i livelli della piramide: gruppi ombrello, fiduciari
e singoli imprenditori. Ogni livello ha diversi tipi di formazione (argomenti e metodi)
per scopi diversi, seppur sovrapposti, e una relazione funzionale tra i diversi livelli.
La
formazione finanziaria è necessaria a tutti e tre i livelli della piramide,
anche se gli specifici aspetti variano. Vedi un elenco di diversi argomenti
di formazione finanziaria;
siate
consci delle esigenze espresse dai diversi gruppi mentre redigete il vostro piano
di formazione.
Organizzate
la formazione a seconda delle esigenze della piramide. Non tenete laboratori con
persone al di fuori della piramide. Mantenete i gruppi di formazione il più
ristretti possibile, 8-15 persone. Assumete temporaneamente istruttori esperti nelle
varie competenze richieste (vedi il Capitolo
4
più
sotto): gestione, pianificazione, crediti, comunicazione, marketing e produzione.
Formate i vostri allievi nell'uso di un approccio pragmatico e non teoretico. Assicuratevi
che le sessioni formative siano tutte condotte in modo pratico, in cui le competenze
non vengano trasmesse come teoria, ma con esempi concreti presi dalle attività di
gruppi e imprenditori.
4.
Competenze richieste per la generazione di ricchezza:
Che
cosa deve conoscere e deve saper fare il singolo per creare e mantenere un'impresa
privata di successo e redditizia? Ricordate che il vostro gruppo target è
a basso reddito, solitamente analfabeta o semianalfabeta, semplice, con poca conoscenza
generale del mondo, inesperto in qualsiasi abilità tecnica, non edotto su
come ottenere crediti o gestire denaro, persone, cose.
Quasi
tutto l'occorrente per gestire un'attività può venir incluso nelle
competenze richieste.
Il
tipo di competenze richieste si può dividere in diverse categorie:
- Competenze
gestionali: gestire le persone, le risorse fisiche, le finanze;
- Competenze
finanziarie: tenere registri precisi, redigere i bilanci, calcolare profitti e perdite;
- Competenze
comunicative: parlare, scrivere, leggere;
- Competenze
di marketing: ricerche, vendite, imprenditorialità;
- Competenze
di credito: prestiti, trattare con banche o altri creditori, interessi;
- Competenze
tecniche: competenze di fisica, chimica, biologia applicate, abilità manuali e artigianali
di un'impresa scelta redditizia e produttiva.
Questo
capitolo identifica alcune di quelle competenze richieste e fornisce indicazione
a voi mobilitatori su come trasmettere tali competenze al vostro gruppo target.
4.1.
Competenze di pianificazione e gestione:
Il
piccolo imprenditore deve sapere come gestire la propria attività. Deve sapere come
mobilitare le risorse (fattori). Deve conoscere le persone, non il personale, se
parte a piccoli passi, ma i fornitori, i familiari, i clienti, gli investitori, le
autorità. La capacità d'interagire con gli altri è essenziale. Per voi mobilitatori
molte delle competenze gestionali sono state descritte nell'ambito della costruzione
e del mantenimento di strutture e servizi collettivi ("Manuale del mobilitatore"),
di complemento a questo manuale. La vostra sfida è ora quella di convertire quella
formazione gestionale per sostenere queste iniziative.
Le
competenze di gestione e pianificazione comprendono l'identificazione dei bisogni,
la generazione di scopi e obiettivi, l'allocazione delle risorse, l'identificazione
degli ostacoli, l'ideazione di possibili strategie, la scelta di quella più efficace
e la determinazione di dettagli importanti quali i bilanci, i metodi di monitoraggio,
la chiarificazione di ruoli e doveri, l'ideazione di piani di lavoro e l'apporto
di cambiamenti in seguito alle valutazioni.
Per
un piccolo imprenditore analfabeta, questi non dovranno essere troppo elaborati,
complicati o messi per iscritto, ma discussi e presi in considerazione. Il vostro
compito come mobilitatori è di metterlo alla prova per dimostrare che abbia riflettuto
su tutte le questioni e preso decisioni realistiche.
4.2.
Competenze di credito:
Molti
pensano che per lavorare in una banca si abbia bisogno di competenze. Quel che molti
tralasciano di considerare è che ce ne vogliano anche per essere clienti di
una banca. Per una persona con basso reddito, soprattutto se analfabeta e umile,
la banca è un luogo minaccioso e pauroso. Gli usi e le procedure richieste
sono estranei e incomprensibili.
Il
vostro gruppo target (i beneficiari) è composto da persone che devono venire istruite
sulla natura del credito, sulle istituzioni che lo forniscono e sulle persone in
tali istituzioni.
Gli
squali dei prestiti informali possono applicare interessi fino o anche oltre al 200%
all'anno, senza che ciò sia reso esplicito al debitore. I prestiti bancari a tassi
commerciali o governativi sono molto meno esosi. L'ignoranza delle competenze nell'ottenere
credito è una barriera da superare.
Le
competenze di cui il vostro gruppo necessita sono la comprensione del credito, il
principio, gli interessi, i tassi di servizio e tutti i metodi e le procedure per
ottenere in prestito il denaro e restituirlo.
Come
per tutte le altre competenze, il metodo migliore per imparare il credito è con
la pratica.
4.3.
Competenze di marketing:
È
inutile per un piccolo imprenditore investire risorse nella produzione di qualcosa
che abbia valore e poi non essere in grado di venderla. Le vendite forniscono il
denaro per ripagare il prestito e tutti gli altri debiti, pagare a se stessi e agli
altri un salario equo e pagare tutti gli altri costi di produzione prima di ricavare
un giusto guadagno. Le competenze di marketing includono sapere come trovare clienti
interessati (comprese le competenze di ricerca per trovarli) e come presentare il
prodotto in modo da attirare i compratori.
Non
importa quanto entusiasta e ottimista sia l'imprenditore, la sua attività non renderà
se non potrà vendere il prodotto. Il vostro compito come mobilitatori è di sfidarlo
a dimostrare di avere un piano e una strategia di marketing realistici. Vedi Marketing.
4.4.
Competenze finanziarie e di contabilità:
A
meno che i partecipanti del vostro gruppo target conoscano sempre la propria posizione
finanziaria e calcolino i propri redditi e spese, possono incorrere in seri guai
finanziari. La mole di lavoro di contabilità e di bilancio necessaria dipende
dalla dimensione e complessità dell'impresa.
La
competenza più necessaria (e un'abitudine da incoraggiare) è quella di tenere un
registro contabile giornaliero, a prescindere dalle dimensioni dell'attività. La
prima formazione in contabilità dovrebbe perciò riguardare come tenere i registri.
Così come nella formazione di ulteriori capacità, evitate di elargire lezioni o
sermoni, di predicare o imporre nel presentare il materiale. Vedi il "Manuale del
mobilitatore": imparare a sviluppare le capacità dovrebbe avvenire con l'agevolazione.
Se
organizzate un laboratorio, mantenetelo ristretto. Limitate il numero di partecipanti
a un massimo di dieci. Ciascuno dovrebbe avere un'attività pianificata e, durante
il laboratorio, preparare i documenti finanziari specifici della propria impresa
pianificata o operante. Si dovrebbe iniziare esercitandosi con i registri (per esempio
i libri contabili) e proseguire con le relazioni (come i bilanci).
4.5.
Competenze tecniche:
Pur
non potendo imporre al vostro gruppo target il settore da scegliere, i vostri consigli
li guideranno nella lavorazione iniziale dei prodotti agricoli. Per poter in seguito
condurre un'attività di successo dovranno avere una certa conoscenza delle lavorazioni:
conoscenze tecniche.
Si
dovrebbero incoraggiare le piccole imprese nei seguenti settori: lavorazioni agricole
non in fattoria (macina, panificazione, affumicatura); artigianato (fabbricazione
e riparazione di strumenti agricoli; produzione di mattoni, tessitura, costruzioni,
sartoria, falegnameria), preparazioni alimentari e piccolo commercio o marketing.
Le competenze richieste possono venir identificate, ma procedete nel modo più adeguato
per trasferirle al vostro gruppo target.
Evitate
monotone lezioncine scolastiche sulle lavorazioni. Cercate metodi di formazione creativi,
innovativi, inusuali e adeguati.
Mettete
in evidenza la pratica (si impara meglio facendo). Visitate imprese e procedimenti
operativi di diversi tipi e dimensioni; parlate con proprietari e operai. Coinvolgete
i vostri allievi nell'esperienza pratica, senza impartire lezioni; lasciateli fare
e dimostrare, insegnate loro metodi di facilitazione, in cui ai partecipanti si possano
trasmettere esperienze.
4.6.
Metodi di formazione:
Contrariamente
alla "formazione come mobilitazione", come nel precedente capitolo 3, o alla mobilitazione
comunitaria per risolvere problemi collettivi (Manuale del mobilitatore), in questo
capitolo la formazione si concentra sul trasferimento delle competenze. Ciononostante
non si tratta di formazione tradizionale e istituzionale. Il metodo centrale è imparare
lavorando e ciò significa che ciascun partecipante (allievo) deve partecipare appieno
alla creazione e conduzione della propria impresa.
Evitate
di invitare non partecipanti, al di fuori degli allievi, ai vostri laboratori. Teneteli
ristretti e a mezza giornata presso ciascuno dei partecipanti, utilizzando i siti
delle loro imprese come ritrovo ed esempio per la formazione.
Preparate
un piano di formazione flessibile, a rotazione, a misura di partecipante. I temi
principali dovrebbero riguardare: pianificazione, competenze gestionali, competenze
nell'ottenere e utilizzare il credito, nonché di marketing, finanziarie, contabili
e tecniche (produttive). Modificate il piano a seconda delle esigenze e dei punti
deboli che avrete riscontrato nei partecipanti.
Chiamate
specialisti esperti in ogni materia, ma assicuratevi che abbiano un approccio facilitativo
e partecipatorio (insegnerete ai vostri allievi queste tecniche) e che a tutti i
partecipanti venga trasmessa e diretta quell'esperienza che sia valida e rilevante
per le attività che hanno scelto.
5.
Guidare un'impresa di successo:
Questo
capitolo passa in rassegna alcuni dei fattori o motivi del successo e fallimento
nel guidare un'impresa. Ricordate che questo manuale è destinato a voi mobilitatori
impegnati nel combattere le cause della povertà come problema sociale. Teneteli
bene a mente mentre fornirete incoraggiamento, formazione, consigli e sostegno a
coloro che vorranno generare ricchezza.
Il
successo di un'impresa può essere innanzitutto misurato dalla sua autosufficienza. Può sopravvivere?
È sostenibile o crollerà quando le verrà tolto l'appoggio esterno? Finanziariamente autosufficienza
significa che l'impresa è proficua. Ciò nel tempo vuol dire che le entrate dell'attività sono maggiori
dei costi. Il livello del guadagno deve essere abbastanza elevato da convincere l'imprenditore
che vale la pena di continuare.
Due
importanti caratteristiche che contribuiscono all'autosufficienza e al guadagno sono
integrità e buona volontà. Integrità significa che l'attività è guidata onestamente
e onorevolmente. Qualora così non sia, fallirà inesorabilmente.
La
buona volontà è un concetto particolare negli affari; significa il totale dei beni immateriali
di un'attività: la sua reputazione (cioè la qualità del servizio, l'onestà e l'affidabilità),
la sua popolarità, il suo buon nome (quanto sia nota a clienti e fornitori), quanto credito possa
attrarre e quanto pubblicamente buona risulti la sua "immagine". Una terza caratteristica è quella
di essere pratici, caparbi e realistici, non farsi imbrogliare o sviare.
Questi
tre fattori contribuiscono all'autosufficienza e il vostro compito di mobilitatori è di trasmettere
questo semplice, ma importante messaggio al vostro gruppo target.
5.1.
Autosufficienza:
La
caratteristica più importante dell'attività che aiuterete a fondare
è che abbia successo. Dovrà essere in grado di sopravvivere. Se potrà
farlo, sarà considerata "autosufficiente". Ciò richiede diversi
fattori, il principale dei quali è che ottenga un profitto.
Che
cos'è il profitto?
Dopo
aver sommato tutti i costi di produzione (terra, affitti, manodopera, salari, capitale,
incluso il costo del credito) e averli sottratti da tutto il ricavo (per esempio
da vendite, noleggi, imposte), la cifra positiva che ne resta è il profitto. Se
la cifra è negativa, si ha una perdita.
Un'attività
può incappare in qualche perdita per un certo tempo, ma, alla lunga, per sopravvivere
deve fare profitto.
Come
mobilitatori dovrete fare due cose in apparenza contraddittorie: (1) incoraggiare
le persone con un basso reddito a creare e mandare avanti un'attività (essere
ottimisti), ma anche (2) incoraggiare prudenza negli entusiasmi (essere realistici)
in quanto questa potrebbe fallire. Come in ogni azione di sviluppo, cominciate in
piccolo, iniziate modestamente e otterrete il successo; ciò stimolerà
altri a prendervi parte. Se partite in grande e fallite, sarà più difficile
che gli altri vi seguano. Come recita un luogo comune: "Da successo nasce successo".
La
chiave per risolvere il paradosso o l'apparente contraddizione tra ottimismo e realismo
sta nella vostra mobilitazione. Incoraggerete i vostri partecipanti target a iniziare
un'attività, ma soltanto una che sia autosufficiente. Ne parlerete sin dal
principio, ma non lascerete che restino soltanto parole. Durante il processo organizzativo
metterete alla prova i partecipanti nel pianificare l'autosufficienza.
Esempi
pratici di pianificazione si trovano in alcune delle appendici. Fate copie di questionari
e istruzioni da distribuire nei seminari e chiedete ai partecipanti di produrre ognuno
un piano di lavoro realistico di un'impresa autosufficiente. Ricordate che i seminari
non sono semplicemente conferenze; i partecipanti devono essere preparati a lavorare
durante i seminari e il risultato dovrà essere la produzione di piani di lavoro
realistici per avviare e mantenere imprese autosufficienti.
Ancora
una volta, imparare con l'esperienza e non solo ascoltando discorsi, arringhe, conferenze
o sermoni.
5.2.
Integrità:
Ripensate
al capitolo 1 e ai cinque grandi tra i molti fattori
di povertà.
Qui avete un ruolo importante nell'attaccare le cause della povertà. La disonestà
è uno dei grandi cinque. Attenzione! Non mettetevi a predicare contro la disonestà.
Quello è il compito dei nostri leader religiosi: fare del moralismo. No. In modo
calmo, concreto e sicuro spiegherete che la sopravvivenza dell'attività dipende
dall'autosufficienza, questa richiede profitto e un'attività proficua esige integrità.
Se
una persona in affari imbroglia i clienti, questi non torneranno e le vendite crolleranno.
Se imbroglia i fornitori, questi tenteranno di portare altrove le proprie risorse.
Se sottopagherà il personale, quelli più motivati e competenti se ne andranno,
lasciando soltanto i corrotti e gli incapaci, il che condurrà l'attività alla catastrofe.
Ricordate
che il vostro compito è combattere la disonestà, un fattore fondamentale del problema
sociale della povertà, non predicando contro di essa, ma aiutando le persone con
un basso reddito ad avviare microimprese autosufficienti che richiedono integrità
per sopravvivere. Amalgamate questo ragionamento logico a tutti i livelli della vostra
organizzazione e formazione della piramide e delle singole attività.
5.3.
Buona volontà:
Il
concetto di "buona volontà" suona un po' come quel che definiamo "parole di conforto"
(cioè qualcosa di piacevole, ma non molto pratico). Nel gergo degli affari però
la "buona volontà" è una concreta caratteristica di qualsiasi attività. Si compone
di tutti i beni immateriali dell'impresa. Comprende la sua reputazione, il numero
di clienti e fornitori, la sua fama. Include i giudizi che altri ne danno sulla sua
onestà e integrità; la gente si fida di lei o teme di venirne imbrogliata? Per
le grandi aziende come Coca Cola, Pepsi, Nile Lager e Sportsman valgono anche i jingle
musicali che ci girano in testa e quanto familiare alla gente sia il motto dell'azienda.
Tutti
questi elementi immateriali contribuiscono al valore di un'attività e sono i suoi
beni.
In
che modo ciò si collega alla vostra formazione e organizzazione? Dovete assicurarvi che il vostro
gruppo target riconosca la buona volontà come valido e importante fattore nel successo dell'attività
e che la si includa consapevolmente nella formazione su come guidare un'impresa autosufficiente.
La
lealtà del personale (così come quella di clienti e fornitori) è importante. L'imprenditore
può piantare i semi della lealtà e aiutarli a crescere giorno dopo giorno con un
genuino e amichevole interesse verso gli altri. Un interesse in quanto persone, non
meri fattori di produzione. Rivolgetevi loro in tono rispettoso e positivo. Evitate
le critiche, ma suggerite e incoraggiate il miglioramento delle loro prestazioni.
Apprezzatene i risultati spesso e in pubblico. Salutate tutti ogni giorno al loro
arrivo al lavoro. Non siate altezzosi e superbi con coloro che svolgono mansioni
umili e riscuotono salari bassi.
Trattate
tutti amichevolmente e con rispetto. Questo è il messaggio della vostra formazione.
Molti
ristoranti piccoli o nuovi perdono clienti e vanno in bancarotta, non a causa del
cibo scadente, ma perché è tale la loro buona volontà. A volte se ne dà la colpa
a una carente formazione del personale. Un ristoratore dovrebbe assicurarsi che il
personale sia informato del fatto che il suo lavoro richiede anche costruire la buona
volontà dell'attività. Questo è soprattutto vero per qualsiasi impresa nel settore
dei servizi. Il personale dovrebbe ricordarsi che i clienti pagano il loro stipendio
e dovrebbero essere trattati tutti come superiori rispettati.
Un
cameriere può essere deferente con il proprio superiore, ma maleducato con i clienti
quando il superiore è assente. Se qualcosa non è disponibile, per esempio, un cameriere
senza adeguata formazione dirà semplicemente: "Non ne abbiamo". Il cameriere che
invece capisce la buona volontà si dirà dispiaciuto del contrattempo e offrirà
un paio di alternative in modo propositivo e affabile. Se il personale è leale al
proprio capo (grazie alla buona volontà) e questi dimostra loro che i clienti vanno
trattati con cortesia e rispetto, l'attività prospererà poiché i clienti ne parleranno
ad altri in termini positivi e gli introiti aumenteranno.
5.4.
Una buona pianificazione e gestione:
Nel
mostrare e incoraggiare i piccoli imprenditori a essere affabili, rispettosi e amichevoli,
come detto più sopra, mostrerete anche loro come essere attenti, prudenti e precisi
nel condurre l'attività. Essere amichevoli non significa permettere a fornitori,
personale o clienti di approfittare di voi o imbrogliarvi.
Innanzitutto
ciò significa avere un piano e un bilancio pratico, fattibile, ben organizzato e dettagliato.
In secondo luogo, vuol dire attenervisi o avere buoni motivi per discostarsene. Terzo, ciò implica
un buon monitoraggio: osservare i mutamenti produttivi e finanziari nel dettaglio quotidianamente.
Sapere sempre che cosa sta succedendo. Quarto, quando si va fuori strada, prendere decisioni e
agire prontamente per riportare tutto sulla via giusta prima che la situazione precipiti.
In
quanto mobilitatori il vostro compito è di inculcare al vostro gruppo target l'idea
che non devono abbandonare la propria attività. Il personale e i familiari non sono
tenuti a mostrare la stessa motivazione e voglia dell'imprenditore di rendere la
propria attività un successo. Delegate le responsabilità quando è possibile, soprattutto
se l'attività si amplia, ma fate controlli quotidiani e mostrate interesse in quel
che avviene.
L'interesse
paga.
6.
Appendici:
Le
appendici sono state integrate nei moduli
di formazione.
Illustrazioni:
Nella
versione a stampa di questo manuale vi sono diverse illustrazioni del processo di
formazione e istruzione dei gruppi per la generazione della ricchezza. Si tratta
dei disegni in bianco e nero di Julianna Kuruhiira del Ministero per il genere, il
lavoro e lo sviluppo sociale del Governo dell'Uganda. Qui sono raccolte in un file
a parte.
Se
state preparando un manuale locale basato su questo e volete utilizzarne le illustrazioni,
potete scaricarle dal sito. Per
caricare il file delle illustrazioni, cliccate su: Illustrazioni
di generazione della ricchezza e
le istruzioni per scaricare e salvare tutte o una qualsiasi illustrazione appariranno
con il file. Il
nostro team non tratterà per ottenere disegni con variazioni di costumi e
ambientazione.
––»«––
I
tre manuali:
Manuale
del mobilitatore, Manuale
per la generazione della ricchezza, Manuale
di monitoraggio.
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––»«–– Ultimo aggiornamento: 22.09.2011
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